Buongiorno lettori,
ben ritrovati sul nostro blog. Per quest’oggi vi voglio parlare di un libro che ho avuto il piacere di leggere recentemente.
Mentre scorrevo la home di instagram mi sono fatta catturare da un post della pagina della Oscar Vault/Mondadori, che aveva aperto un reclutamento di recensori su questo bellissimo romanzo.
Il libro che ho avuto il piacere di leggere è La regina degli scacchi di Walter Tevis.
Se volete conoscere qualcosa di più, continuate a scorrere.
Titolo: La regina degli scacchi
Autore: Walter Tevis
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa
Serie: No
Pagine: 324
Data di uscita: 26 gennaio 2021
Finale: Autoconclusivo
Finita in orfanotrofio all’età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell’orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi… Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.
Come detto sopra questa è stata un pò di pura fortuna e un pò di trovarsi al momento giusto quando serviva, perchè sì è una collaborazione, ma è stato anche azzeccato per la nostra challenge dei libri che, abbiamo ormai iniziato a Gennaio.
Beh, una volta letto il libro sono riuscita a incastrarlo in una delle tracce, difatti è stato fantastico scoprire che la traccia aveva come indicazione le maschere inteso in modo sia come costume sia in senso più ampio, letterale cioè mettere su una maschera.
Se anche voi , come me, avete visto la serie tv Netflix chiamata come il libro, non potete farvi sfuggire il libro da cui è stato tratto il telefilm.
Quando ho iniziato la lettura non pensavo di poter scoprire altri dettagli per quanto riguardava la vita Beth, ma come capita molto spesso, quando si parla delle trasposizioni cinematografiche e dei libri ad esso connessi, il romanzo ci farà scoprire sempre qualcosa di più. Qualche scena, qualche emozione che nella serie tv, non si capisce o non si può inserire.
Ma andiamo a parlare più nel dettaglio del libro.
Non so chi di voi lo sapeva già, ma la prima edizione del romanzo risale al 1983 e già allora fu considerato un capolavoro. Con la nuova edizione, ristampata dalla Mondadori, questo libro si apre a nuova vita; naturalmente dopo l’adattamento della serie tv, il romanzo è molto più conosciuto.
Le vicende narrate hanno come protagonista Beth Harmon.
Beth, all’inizio della storia ha solo 8 anni, è un’orfana e, mentre cerca una via d’uscita da quello che accade nell’istituto dove vive e, alla sua condizione, si imbatte negli scacchi.
Nè rimane letteralmente stregata!
Da quel momento in poi, gli scacchi diventano una vera e propria ossessione, per Beth. Il suo si rivela fin da subito un dono innato è straordinario, che la catapulterà al centro di vari tornei e sfide.
Non è il primo libro che mi capita di leggere dopo aver visto il film o la serie tv e, poi aver scoperto dell’esistenza del libro, ma sarà stato perchè non capisco niente di scacchi o perchè mi sono davvero appassionata alla storia di Beth; ma l’ho apprezzato molto.
Certo, sapevo già alcune scene e il finale naturalmente, ma ciò non mi ha tolto la voglia di leggere il libro tutto d’un fiato.
La narrazione si può considerare insolita, infatti, il libro non si perde in descrizioni e approfondimenti ma mette in primo piano le emozioni. Gli stati d’animo di Beth traspaiono attraverso le azioni, i gesti e le mosse degli scacchi.
All’inizio del romanzo avvengono molti sbalzi temporali e repentini cambia di scena, ma tutto ciò non rende la lettura difficile, anzi alleggerisce il romanzo rendendolo più scorrevole.
Pensavo che non mi sarei ritrovata nel libro perchè come pensavo l’autore scende nel dettaglio quando parla degli scacchi e, data la mia inesperienza credevo di non capirci niente; ma le parole scelte e il linguaggio usato fanno in modo che chiunque si approcci al libro, non solo capisca le mosse ma si appassiona pure a questo gioco.
Walter Tevis doveva amare molto gli scacchi, e ciò si capisce durante il corso del libro, e mossa dopo mossa non solo vediamo la crescita di Beth ma vediamo sempre di più partite ogni volta più avvincenti.
Il libro parla di argomenti importanti come quello della dipendenza, da alcol e pillole ( le stesse che le venivano date all’orfanotrofio a tutti i bambini), ma anche quello della solitudine.
L’autore ha voluto mettere in risalto, secondo me, in un doppio modo il tema della solitudine infatti, vuole far capire al lettore la pressione e l’isolamento che si vive in questo settore (gli scacchi a livello internazionale).
Tevis riesce a descrivere questi temi pesanti e complessi in modo quasi leggero, ma che allo stesso tempo fanno immedesimare il lettore nella figura di Beth, anche se lontana dalla nostra epoca e dal nostro modo di pensare.
Infine, ho trovato un tema ancora più attuale e cioè, la continua lotta che deve fare Beth per riuscire ad affermarsi in un modo che è prettamente maschile come quello degli scacchi.
Vorrei consigliare questo libro a tutti, agli appassionati degli scacchi e ai non, a coloro che apprezzano i libri che hanno “carattere” e, naturalmente a coloro che hanno apprezzato la serie.
Detto questo, vi do appuntamento – come sempre- alla mia prossima recensione.