Ed eccoci qui,
stavolta mi trovate su un terreno nuovo, ma non poi tanto perchè spesso vi parlo di raccolte poetiche e di quanto io abbia a cuore questo genere.
Rimango sempre convinta che le poesie non hanno il giusto spazio, ma non siamo qui per questo, ma per presentarvi un libro eccezionale, di una scrittrice che conoscevo già e anche voi.
Beh, è la sua prima raccolta poetica, ma credetemi che il suo lavoro è stato incredibile.
Vado difatti a presentarvi e subito, Io mi bacio da sola di Khrystyna Gryshko edito da dreamBOOK Edizioni.
Titolo: Io mi bacio da sola
Autore: Khrystyna Gryshko
Editore: dreamBOOK Edizioni
Genere: antologia poetica
Serie: No
Pagine: 91
Data di uscita: 1 ottobre 2018
Finale: Auto conclusivo
Io mi bacio da sola è la prima raccolta poetica di Khrystyna Gryshko, edita per dreamBOOK edizioni nel 2018. Secondo le parole della stessa autrice, il libro è una raccolta intima e personale, che custodisce le emozioni accumulate nel tempo, “filtrate col respiro”, a volte persino combattute.
Ad animare le pagine una volontà su tutte, evidente fin dal titolo: il desiderio di riaffermare la propria indipendenza.
Conoscevo di già lo stile dell’autrice, avevo letto precedentemente un’altro libro e sono rimasta sorpresa dell’impatto che ha avuto su di me, pur essendo un genere diverso. Stavolta… questo libro è una raccolta di poesia che si apre al lettore non solo come raccolta intima e personale della stessa autrice, ma come modo per far riflettere il lettore stesso, per portarlo a vedere un’altra prospettiva e una storia diversa dalla propria.
E quindi, partendo da questo vi dico già che il titolo ci anticipa in parte quello che l’autrice ha voluto trasmetterci, ma per spiegarlo meglio… beh, continuate a leggere.
Una delle cose che è impossibile non notare sono i temi che fanno da filo conduttore in questa raccolta di poesie. Ovviamente di gran lunga c’è l’amore, il dolore, la delusione, ma anche una forma di razzismo, sono tutte emozioni in cui ci si può rispecchiare e stati d’animo che si è provati.
L’immagine che l’autrice ci lascia in questa raccolta è forte, contrastante, ma è anche un pò quello che fanno i sentimenti.
Ma cosa vuole dirci la Gryshko? Queste poesie sono il suo sfogo personale, il suo modo di liberarsi di una passato stretto, ma anche la voglia di urlare, di raccontarsi e di porre in qualche modo rimedio perchè oggigiorno è impossibile pensare che esiste ancora il razzismo.
Non si preoccupa di raccontare denunciando le amarezze e la cattiveria che ha subito sinda ragazzina, di sentirtsi sola, di aver dovuto abbandonare la sua terra, l’Ucraina e di aver perso delle speranze una volta toccata una nuova terra che l’ha fatta sentire emarginata, incompresa e ancora di più sola.
In questi testi quello che si nota è proprio che ogni parola, struttura e verso ci racconta la storia dell’autrice, vediamo le delusioni d’amore, la sofferenza, la lontananza di essere lontana dal proprio paese, le ipocrisie e gli inganni, tutti sentimenti ed emozioni che hanno influenzato il modo di scrivere dell’autrice.
La scelta della Gryshko non tutti possono accettarla o capirla, ma io seppure a livello sperimentale ho scritto poesie sull’olocausto, sulla violenza e quindi in parte posso capire perchè non tutti i versi siano pieni di purezza, che alcuni hanno come base uno sfogo, un grido di denuncia.
Le poesie sono parole che vengono da dentro, che ti lasciano inerte ancor di più di come può fare un romanzo; sono le stesse che ti svuotano e ti fanno sentire confusa e capita allo stesso tempo.
Il messaggio che l’autrice vuole lanciare è molto forte, ma in qualche modo è quello per cui le donne hanno lottato negli anni e continuano a fare. Io mi bacio da sola s’intende proprio che la donna non ha bisogno di avere un uomo al suo fianco per sentirsi realizzata, completa o per essere felice, ovviamente non sono ipocrita e riconosco che ci si completa a vicenda, ma c’è da dire anche che si può raggiungere tutti gli obiettivi che si vuole.
Siamo donne e non per questo valiamo meno.
Nonostante in gran parte dell’antologia poetica si leggono strofe e versi duri, bui e cupi c’è uno spiraglio di luce che s’intravede sopratutto quando lei parla del suo rapporto con la natura, dei ricordi di campagna e di quello legato alla bellezza pura, quasi incontaminata, anche se poi non è del tutto così.
Adesso non ci resta che parlare della struttura di questa antologia poetica.
L’autrice ha provato a fare dei componimenti con la rima, ma in questo caos devo ammettere che qualcosa sembrava mancare nonostante si poteva vedere il richiamo alla rima e a quell’andamento che è consono di questa struttura metrica. Ammetto che questa costante ricerca talvolta rende la lettura un pò difficile e pensante, facendo mancare un pò di quella musicalità che è consona delle rime. Ovviamente non possiamo nascondere che dietro questo libro c’è una grande ricerca, del duro lavoro e il coraggio e la grinta di mettere su carta tutto ciò che aveva dentro.
Non è facile scrivere poesie e ancor di meno usare una struttura metrica ben definita, sopratutto per la grande capacità che necessita.
Il complimento però va fatto, Khrystyna Gryshko è stata in grado di portarci all’interno delle sue emozioni, nella sua vita e ci ha raccontato parte di sè con emozioni forti e contrastanti.
Il messaggio che lascia è forte e chiaro e, che vale ancora oggi e che bisogna farlo sentire.