Buongiorno a tutti voi,
il romanzo di cui vi parlerò oggi l’ho letto grazie a una collaborazione con l’autrice stesso che c’è l’ha proposto.
Sono stata sorpresa di questa cosa, un po’ come succede spesso ma penso che quello che mi ha coinvolto di più è stato proprio l’intero sviluppo del romanzo.
Di cosa sto parlando?
Beh, semplice… del romanzo Se poi me ne pento. La mia vita a trent’anni di Laura C.
Dai, non fate i timidi, venite a scoprire qualcosa di più sul libro.
TITOLO: Se poi me ne pento. La mia vita a trent’anni
AUTORE: Laura C.
EDITORE: Independently published
GENERE: Romance/ Narrativa
SERIE: No
PAGINE: 302
DATA DI USCITA: 20 ottobre 2020
FINALE: Auto conclusivo
Laura ha trent’anni e conduce un’esistenza al limite dell’isolamento. Ha deciso che vuole una vita – e non solo un lavoro – senza contatto con il “pubblico”. Redige articoli in smart working e ama scrivere romanzi, ma ultimamente preferisce contemplare i suoi libri sugli inetti. Le convenzioni sociali la soffocano, l’ansia è la sua peggior nemica, una massa fluttuante che le ripete con voce stridula: “Sei una nullità!”. Nelle sue memorie echeggia il mito degli anni ‘90, il periodo spensierato. Durante la giornata, trae beneficio dall’ascoltare i brani del suo cantautore preferito, Geb, un amore platonico; tanto quello tangibile l’ha solo delusa. Punto di riferimento è la sua mamma premurosa, ma è tempo per Laura di badare a se stessa e al nuovo appartamento.
Esce solo il sabato per fare la spesa, portandosi dietro quello che la sua migliore amica definisce “il carrello da vecchia”. Ginevra, infatti, prova a rigettarla nella mondanità, ma Laura è un’estimatrice di outfit come pigiami ingombranti e pantofole di peluche, insofferente alle discoteche. Si sente goffa, pensa di aprire un canale YouTube per diffondere i migliori tutorial su “Come fare tutto male”, mentre rigetta l’aggressività che riscontra nei social network.
Di ritorno da una spedizione al supermercato, durante la quale ha comprato uno spray anti-insetti al posto del deodorante, si imbatte in una visione… Un ragazzo biondo, dagli occhi blu, un angelo custode sceso in Terra: è Geb! Ma no, quel tipo magari gli assomiglia, infatti si presenta come uno psicologo e le propone una terapia a punti che dovrebbe consentirle di ritrovare se stessa e un sano equilibrio. Potrà anche aggiudicarsi il premio in palio per i pazienti guariti: un viaggio a caccia dell’aurora boreale! Dopo la proposta, il “finto” Geb (come Laura lo definisce) si aggiudica una strigliata, ma continuerà a insistere e lei finirà con l’intraprendere il percorso.
Partecipare alla vita, mitigare le sofferenze, trovare la serenità, magari anche l’amore, sono bugie peggiori della gomma blu che cancella la penna o traguardi realmente conseguibili?
Devo essere sincera che quando ho iniziato questo libro, pur avendo letto la trama non avevo ben chiaro cosa avessi dovuto aspettarmi e, difatti una volta iniziato a capire il tutto sono rimasta sorpresa.
Si deve pur dire che Laura C. con questo romanzo ha toccato un tema delicato, ci ha raccontato una storia in cui molte persone per certi versi si è ritrovata e per altri è stata assolutamente lontana dal capirlo.
E quanto a me?… Beh, ho qual cosina anch’io da dire.
Subito conosciamo Laura, la nostra protagonista che, a mio avviso ha molto da darci, su cui farci riflettere e dalla quale possiamo imparare.
All’inizio non mi era chiaro, ma man mano che andavo avanti ho iniziato a capire, ebbene, Laura soffre di ansia sociale, forse molti di voi non la conoscono, non sa cosa significa e ciò che e… beh, sinceramente nemmeno io avevo tutto chiaro, ma grazie a questo romanzo ho capito.
La sua vita è molto semplice, lavora da casa come redattrice per il giornale di suo zio Raf, ha un’amica di penna Milly- virtuale- ha diverse amiche pur se l’amicizia più stretta c’è l’ha con Ginevra e poi ama tutte le canzoni di Geb, il suo cantata preferito.
Detta così la sua vita non sembra un casino, né tanto meno sembra difficile viverla, ma non possiamo sbagliarci più di tanto.
Che significa ansia sociale?
Ehm.. penso che Laura ci dimostra proprio questo, è quella persona che “rifiuta” il contatto umano, che ha paura di essere in posti affollati, in posti dove c’è tanta gente, possiamo quasi dire che la sua vita è fatta di ansia perenne, per qualsiasi cosa.
Oh, ma la parte interessante avviene proprio durante una delle sue sfide, ovvero fare la spesa al supermercato quel posto che lei detesta.
Sì, è proprio lì che incontra il sosia del suo amato Geb.
Quell’incontro sembra essere un caso fortuito, ma è quello che la porta a fare un percorso terapeutico, che la fa avvicinare alla vita vera, perché grazie a finto Geb, il suo psicologo che inizia a mettersi in gioco senza venire meno o banalizzare la sua malattia.
Ovvio, il loro incontro non è stato facile, il finto Jeb ha dovuto sudare un po’ prima di far sì che Laura accettasse, ma in qualche modo lui ha toccato i punti giusti, senza contare che gran parte dell’aiuto è avvenuto proprio perché assomigliasse al suo cantante preferito.
Lo capiamo quasi subito, Laura ha bisogno di aiuto, ma non è facile chiederlo e chi sta male può dirlo, a volte ci vuole più coraggio a chiedere che ha superare il tutto, purtroppo per Laura era un lavoro doppio.
Seppure ci prova ha visto che da sola non può gestire tutto, non ha la forza necessaria per vivere, ma grazie al finto Geb inizia a vedere dei piccoli miglioramenti, dei piccoli successi ed è così che impariamo a conoscere Laura, la sua malattia e tutto quello che vi gira intorno.
Sono i piccoli gesti che fanno le grandi differenze.
Che poi sapete dov’è il bello? Che tutti noi proviamo ansia, tutti noi ci siamo sentite e ci sentiremo sotto pressione, solo che è qualcosa che avviene e poi sparisce, ma Laura ci ha dimostrato cosa significa viverci sempre, la paura che ti assale quando devi fare qualcosa che ti terrorizza fare.
Ebbene, questo libro ci ha dato tanti spunti su cui riflettere, senza contare che spesso l’ansia avviene per la paura di essere giudicati o, per i pareri degli altri – quelli non e quelli richiesti- per la paura di fallire, per deludere…. Ogni cosa che proviamo può portarci ha provare ansia.
Dobbiamo ammettere però che l’autrice ha saputo conquistare il lettore perché seppure la storia tratti di un tema forte è stata capace di stupirci con colpi di scena.
Uno tra questi è quella persona che lei incontra al lavoro, una volta che decide di tornare al giornale e tra tutti c’è Filippo, un personaggio che sicuramente farà parlare di lui che si avvicina a Laura in punta di piedi senza forzare nulla ma con la grinta di un leone.
Questo personaggio è stato messo non solo per smuovere la trama, per renderla intrigante, ma anche per aiutare Laura a uscire dalla sua bolla perché lui racconterà a noi e a lei la sua storia e impareremo a capirlo.
Filippo è una persona semplice, ben imposta, calmo, programmatico e sa cosa vuole e come ottenerlo, tanto che man mano i due si trovano a lavorare insieme sembra che scatti qualcosa, una piccola e misera scintilla che farà da contorno al resto della sua vita.
Ehm… forse ancora una cosa per cui avere l’ansia, ma sarà davvero così o Filippo riuscirà, anche poco a dissipare quell’atmosfera che accerchia Laura?
Non credo che fosse stato voluto, ma in qualche modo il lettore – almeno io- si trova combattuto tra due metà, da una parte vede ciò che si è creato tra il finto Geb e Laura, dall’altra inizia a vedere l’amicizia che si trasforma in qualcosa di più tra Filippo e Laura.
Oh, non lo nascondo che sono stata combattuta ed è così da più o meno metà del libro fino alla fine, ma non credo che questo conti molto perché in questo caso quello che è importante è Laura.
Anche lei si trova divisa a metà, da una parte c’è l’uomo che la sta aiutando, che la sprona e che accidentalmente si è trovato affascinato da lei; dall’altra parte il collega che l’ha subito capita, che non la reputa stramba e che cerca di starle vicino senza pressioni.
Un dibattito interiore che sprigiona ancora più emozioni.
Questo non è un romanzo qualsiasi, non è la classica storia d’amore, o meglio lo è ma è più una lotta di voler amare se stessi.
Che cosa voglio dire?
Laura C. la nostra autrice ha creato un romanzo con una forte tematica, ha basato l’intera trama su questo e l’ha fatto utilizzando il modo introspettivo, decisione azzeccata dato il tema trattato e, seppure il romanzo ha quella carica necessaria, il lettore si trova travolto ma a volte anche un po’ “appesantito”
Questa scelta è di certo quella giusta, ma dall’altra parte come lettore mi sono ritrovata a faticare un po’, magari avrebbe dovuto alleggerire certe parti, ma comprendo bene che è impossibile perché il romanzo senza ogni più piccola parte non sarebbe lo stesso.
E’ un libro sicuramente che andrebbe letto, anche solo per capire cosa significa, per non sminuire chi sta male, chi soffre d’ansia e poi perché fa riflettere.
Faccio i complimenti a Laura C. per aver scritto un romanzo così intenso, ho adorato soprattutto la parte introspettiva perché permetteva al lettore non solo di entrare meglio nel romanzo, ma di capire la protagonista, ma ho anche adorato le vari descrizioni dei luoghi, del suo lavoro e dell’amicizia che, seppure poco è stata comunque fondamentale.
Lo stile dell’autrice è molto chiaro, semplice e fluido, ogni personaggio ha avuto la sua caratterizzazione in modo dettagliato e diretto, ogni cosa sembrava andare al suo posto.
Come dicevo c’erano diversi colpi di scena, alcuni belli e altri brutti, ma sicuramente un tocco che spingeva a voler continuare la lettura.
Il finale?
Oh non posso mica svelarvelo 😉
Ma vi consiglio di leggere il libro se volete sapere come finisce ^_^