Buon pomeriggio amanti dei libri,
oggi vi voglio parlare di una collaborazione che, a causa di mille impegni di lavoro dell’estate scorsa non ho potuto recensire, subito; rimedierò a questo problema.
Il libro di cui parleremo oggi è La sposa del chiostro scritto da Sara Foti Sciavaliere ed edito da Il Raggio Verde.
Mi scusa ancora del ritardo nella pubblicazione, ma continuando la lettura sono sicura che scoprirete un romanzo davvero particolare.
TITOLO: La sposa del chiostro
AUTORI: Sara Foti Sciavaliere
EDITORE: Il Raggio Verde
GENERE: Romanzo storico
SERIE: No
PAGINE: 182
DATA DI PUBBLICAZIONE: 1 gennaio 2020
FINALE: autoconclusivo
Virginia Bentivoglio è una filia matris ignotae, che per sconosciute ragioni incontra la benevolenza di Madre Matilde, l’Abadessa del monastero delle Benedettine di Lecce, la quale la vorrà con sé tra le educande dai nobili natali e le maldicenze bisbigliate nel silenzio del chiostro. Quando però sarà una postulante, a un passo dal noviziato, la Madre abadessa spingerà la giovane Virginia fuori dalle mura di San Giovanni Evangelista, affidandola alle cure di una benefattrice, la baronessa Celeste Lubelli. Le ragioni che muovono Madre Matilde non sono ancora chiare alla ragazza, a disagio fuori dal chiostro, finché nel corridoio di palazzo Lubelli incontra Giulio Tafuri, il fratello di Donna Celeste, che la porterà a scavare più a fondo dentro di sé e l’aiuterà a rintracciare quel suo passato ignoto, la verità che aveva preceduto il suo abbandono alla ruota dei gettateli. “La sposa del chiostro” è un romance storico, ambientato in Terra d’Otranto, principalmente a Lecce con qualche incursione a Gallipoli, a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Le vicende dei protagonisti si inseriscono nel contesto storico che scaturisce dal burrascoso periodo repubblicano del 1799 fino alla cacciata dei francesi nel maggio 1802 – quando appunto Virginia metterà piede fuori dal monastero di San Giovanni Evangelista – , per poi assistere al ritorno del governo napoleonico nell’epilogo del romanzo, con un inaspettato colpo di scena. Seguire le vicende dei protagonisti significa anche camminare accanto a loro per le vie di una Lecce sulla soglia dell’Ottocento, guardare con i loro occhi una città che potrebbe rimandare a quella di oggi seppure in buona parte non aveva ancora subito le modifiche urbanistiche che seguiranno un secolo dopo e ricostruire per piccoli aneddoti fatti poco noti ma che sono tessere di una storia più ampia della città e del territorio.
Scusate la ripetizione, ma volevo ringraziare l’autrice per la pazienza nell’aver aspettato la lettura del suo libro e la sua recensione; detto questo direi che possiamo cominciare a parlare del libro vero e proprio.
Siamo a Lecce nel 1800, la vicenda narra la storia di Virginia Bentivoglio, una filia matris ignotae; infatti, Virginia era stata abbandonata, ancora neonata, al convento dove adesso la ritroviamo giovane donna.
Qui, riesce a incontrare la benevolenza di Madre Matilde, l’Abadessa del Monastero delle Benedettine, la quale l’accoglierà tra le educande di nobili natali, dove però non è accettata di buon grado.
Quando Virginia divenuta una postulante ad un passo dal diventare novizia, la Badessa convincerà o per meglio dire la costringerà a fare una scelta.
La giovane deciderà di uscire dal chiostro di San Giovanni Evangelista dopodiché verrà affidata alle cure della Baronessa Celeste Lubelli che la accoglierà nel proprio palazzo per farle scoprire il mondo al di fuori del chiostro dove ha sempre vissuto.
Nel romanzo La sposa del chiostro veniamo al contatto di un contesto storico ormai lontano dal nostro, quasi dimenticato, che è stato studiato fin nei minimi dettagli dall’autrice. Infatti, come poi lei stessa spiega alla fine del libro, le ampie ricerche in merito, non solo alla città, ma anche a livello storico.
In questo modo l’autrice ha saputo ricreare, secondo il mio parere, l’atmosfera che avremmo vissuto nei primi anni dell’Ottocento a Lecce.
Quando Vediamo Virginia, la nostra giovane e anche un pò ingenua protagonista, passeggiare per le strade di Lecce tramite le attente descrizioni riusciamo ad essere trasportati di fianco a lei, assaporando gli odori e i sapori di quel periodo.
Penso che il punto forte di questo romanzo sia proprio l’ambientazione che ho appena descritto perchè distingue e innalza in modo significativo una storia semplice ma che con questo contesto diventa unica.
In questo romanzo l’autrice è riuscita a catturare l’attenzione del lettore grazie al suo stile di scrittura, che rende la lettura scorrevole, facile e ti tiene incollata alla storia.
Inoltre nel libro sono presenti più generi diversi che rendono la storia agli occhi del lettore ancora più intrigante.
Ritroviamo il romanzo storico nell’ambientazione, la storia d’amore, molto tenera e leggera tra Virginia e il nostro protagonista maschile Giulio; ma troviamo anche un pò di mistero e alcuni segreti che devono essere svelati e, ciò non fa altro che arricchire ulteriormente la cornice del romanzo.