Tess dei d’Urberville di Thomas Hardy – Recensione

Buongiorno lettori,
bentornati sul nostro blog! Oggi, siamo qui per parlarvi di un libro che è fuori dal tempo e no, non si tratta di un fantasy, ma parleremo di un libro classico.
Chi di voi ci ha seguito fin dall’inizio di quest’anno avrà letto delle novità che abbiamo introdotto la partecipazione a delle sfide di lettura; e quando ho potuto scegliere un libro che andasse bene per entrambe le sfide… Beh, non ho perso tempo!
Ecco a voi la recensione del libro classico Tess dei d’Urberville scritto da Thomas Hardy.
Siete pronti ad immergervi in questo nuovo romanzo?

 

 

 

 

TITOLO: Tess dei d’Urberville

AUTORE: Thomas Hardy

EDITORE: Feltrinelli ( universale economica)

SERIE: No

GENERE: Classico

PAGINE: 525

DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 maggio 2016

FINALE: autoconclusivo

 

Romanzo di forte impatto emotivo, definito a più riprese “vile”, “pieno di falsità”, ma anche esaltato come il “più potente tra i romanzi pubblicati dall’autore”, Tess ha, fin dal suo apparire, diviso critica e lettori e allarmato schiere di bigotti e moralisti che inorridivano all’idea di una storia che colpiva al cuore la morale vittoriana. In Tess il vettore del conflitto attraversa ogni pagina del libro, che affronta, senza alcun falso pudore, temi scabrosi e audaci. L’immagine che apre il romanzo è quella di un uomo che incede malfermo lungo una strada; si tratta di John Durbeyfield, il padre di Tess, che apprende delle proprie presunte origini nobiliari dal parroco Tringham, incontrato quasi per caso. La rivelazione alimenta la vanità e l’orgoglio della povera famiglia che costringe la ragazza a recarsi dai ricchi d’Urberville, in un ridicolo e improbabile tentativo di “reclamare la parentela”, intraprendendo così il primo viaggio che la condurrà a incontrare Alec, il suo seduttore. Questo fatto accelera gli avvenimenti dell’intreccio e scatena una serie di eventi che alla fine travolgerà la misera Tess.

 

Quando ho iniziato il libro non avevo idea di quello che avrei trovato all’interno, in quanto non conoscevo e non avevo letto nulla dell’autore, ma avevo solo sentito nominare il romanzo di cui parlo oggi; infatti, anche a scuola non avevo mai letto niente.
Ma cominciamo dall’inizio!

 

Il romanzo si apre con un dialogo tra il parroco Tringham e John Duberyfield, il padre di Tess ed è qui che grazie alle parole e alla rivelazione che il destino di Tess e della sua famiglia  cambia e con una serie di eventi, catastrofi e un susseguirsi delle vicende che la misera vita di Tess verrà sconvolta fin dalle fondamenta.
Penso che, come molti lettori prima di me, abbiano inveito contro il libro e contro l’autore, ma anche contro le scelte dei personaggi; infatti, dopo la prima decina di capitoli mi sono ritrovata impossibilitata a lasciare la storia senza sapere come finivano le vicende della nostra Tess, ma allo stesso tempo tutto il mio essere si ribellava per quello che leggevo.
Vado a spiegarvi meglio.

 

Il libro, che anticipo fin d’ora, non lo ritengo adatto a tutti, affronta tematiche che potremmo definire abbastanza “attuali” , ma con la “mentalità” di quel periodo storico.
Andiamo a vedere più da vicino, vi avviso che potreste trovare dei piccoli spoiler.
Dopo che il prete rivela questa antica, ma ormai decaduta discendenza al padre di Tess, ogni cosa cambia; infatti, il padre, subito vittima della vanità e dell’orgoglio di valutare questa nobile discendenza, lei e tutta la famiglia cominciano a vivere una vita al di fuori dei loro standard.
Sarà in un tentativo alquanto ridicolo e improbabile di “reclamare la parentela” con uno dei rami dei d’Urberville ancora vivi che Tess incontrerà Alec Strake- d’Urberville e la sua strana famiglia.
Ciò che più di tutto, almeno all’inizio del libro mi ha lasciato a bocca aperta è il comportamento dei genitori di Tess; il padre che si crede nobili e la madre, beh, la madre di Tess proprio non la capisco. Non tanto pr cattiveria, sopratutto perchè dato che per una qualche tipo di eredità o di riconoscimento è pronta a “barattare” Tess; infatti, in più di un’occasione ho come avuto l’impressione che ne fosse ben disposta, cosa che poi + avvenuta sempre più chiara proseguendo la lettura.

 

Quando in un libro si parla di personaggi antipatici o odiabili tutti noi di solito individuiamo uno, e anch’io l’ho fatto, ma devo dire che nel corso del romanzo in determinate situazioni avrei allungato la lista a quasi tutti i personaggi. 
Il nostro cattivo per eccellenza è Alec, che fin dal primo incontro con Tess cerca un modo per conquistarla. E se all’inizio lei riesce a contrastare ogni volta rispondendo tono su tono, una sera non ci riesce.
Sarà dopo quest’avvenimento che la vita di Tess subirà un altro contraccolpo, ma se pensate che dopo andrà meglio, beh… vi sbagliate,infatti, ho cominciato a sospettare nell’ultima quindicina di capitoli.
Thomas Hardy non vuole dare un lieto fine alla nostra protagonista o almeno prima di ciò vuole che lei sperimenti qualunque dolore sia umanamente vivibile.

 

L’unica nota che sembrava positiva, oltre al fratellino di Tess, era Angel Clare, figlio di un pastore ma con la passione dell’agricoltura. Angel e Tess s’incontrano e s’innamorano e sarà solo dopo che si saranno sposati che Tess rivelerà il suo segreto.
Devo dire che una delle tante scene che non mi sono andate giù del libro è proprio la scena in cui Tess e Angel parlano di quello che era successo, del passato e della vita di prima di Tess. Ho odiato con ogni fibra del mio essere la reazione di Angel a questa rivelazione e, solo dopo che ci ho riflettuto a fondo, ho capito il perchè del finale che Hardy ha voluto dare al libro.

 

Concludendo, anticipo che non è un libro che piacerà a tutti si fa un pò fatica a leggerlo all’inizio e non sempre le vicende descritte sono nelle corde di tutti, ma  per chi non dispera e arriva fino alla fine posso dire che è un libro che ti fa riflettere. Oh beh, così come fa sul ruolo della donna all’epoca e oggi, inoltre si capisce penso solo alla fine e a mente ben fredda, ciò che l’autore ci ha voluto comunicare. 
Con queste ultime parole vi do appuntamento, come sempre, alla prossima recensione.

 

 

La mia valutazione…

 

 


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