La regina scalza di Ildefonso Falcones- Recensione

Buon pomeriggio lettori,
e bentornati sul nostro blog, che anche oggi vi presenta la recensione di un nuovo libro che, mi ha colpito molto e che ha fatto diventare l’autore in questione, uno dei miei scrittori preferiti.
Ma andiamo a presentarvi il libro che altro non è che La regina scalza di Ildefonso Falcones.
Siete curiosi di scoprire qualcosa sul conto di questo romanzo? Se sì, allora continuate a scorrere verso il basso andandovi ad immergere in questo meraviglioso romanzo storico!

 

 

TITOLO: La regina scalza

AUTORE: Ildefonso Falcones

EDITORE: Longanesi

GENERE: romanzo storico

SERIE: No

PAGINE: 698

DATA DI PUBBLICAZIONE: 5 gennaio 2014

FINALE: autoconclusivo

Siviglia, gennaio 1748. Una giovane donna con la pelle nera come l’ebano cammina lungo le strade della città andalusa. Il suo nome è Caridad; si è lasciata alle spalle un passato di schiavitù nella lontana colonia di Cuba, ma il paese sconosciuto in cui si ritrova inaspettatamente libera le appare persino più spaventoso delle catene. Il suo destino sembra ormai segnato quando incrocia i passi di Melchor, un gitano rude ma affascinante. Accolta nel borgo di Triana, dove il ritmo dei martelli nelle fucine dei fabbri fa da sottofondo al cante flamenco e alle sensuali movenze delle danze gitane, Caridad conosce Milagros, la bella nipote di Melchor e tra le due donne nasce un’amicizia profonda. Mentre la gitana, nelle cui vene scorre il sangue della ribellione, confessa il proprio amore per l’arrogante Pedro Garcia, dal quale la separano le antiche faide tra la famiglia del ragazzo e la sua, Caridad lotta per nascondere il sentimento che, ogni giorno più forte, la lega a Melchor. Ma una tempesta ben più devastante sta per abbattersi sui loro tormenti: nel luglio 1749 i gitani vengono deportati in massa e condannati ai lavori forzati e alla reclusione, in quella che passerà alla storia come la grande retata. La vita di Milagros. sfuggita alla cattura, imbocca una drammatica svolta, e poco dopo un’altra, più intima tragedia la obbliga a separarsi da Caridad. Le loro strade si allontanano, ma il destino porterà entrambe a Madrid…

 

Era da circa un’annetto che questo libro mi chiamava per essere letto e per quanto la trama mi aveva sempre colpito la mole del romanzo- che manca poco alle 700 pagine- mi avevano sempre frenata dall’inizio, ma devo ringraziare la BookChallange cui sto partecipando che mi ha convinta in maniera definitiva a iniziarla.
Ma andiamo a parlarvi di questo romanzo storico che, so già non sarà nelle “corde” di tutti i lettori, ma che io come sempre spero che tramite questa recensione possiate farvi un’idea della storia,dei personaggi e che ciò, a prescindere dal genere potete amare o meno, vi invoglia alla lettura.
Partiamo a parlare della storia che ci racconta nel suo libro  Ildefonso Falcones.

 

La nostra storia è ambientata nell’anno 1748, siamo a  Siviglia e per le strade che si aggira una delle nostre protagoniste. Lei è Caridad, un è un ex schiava liberata da poco, arrivata da Cuba ma le sue origini risalgono al continente africano.
Sarà proprio tra le strade di Siviglia che incontrerà Melchor un Gitano, e sarà quest’ultimo ad accoglierla nella sua casa ed è ospitarla fin quando non si rimetterà di nuovo in salute.
Grazie all’ospitalità di Melchor, incontrerà Milagros, la bellissima nipote di quest’ultimo e; se all’inizio le due donne non entreranno tanto in contatto, andando avanti con la storia tra le due nascerà un’amicizia che le aiuterà ad affrontare i problemi che intralceranno il loro cammino.

 

Parlando del romanzo in generale come vi accennavo prima era un pò che aspettava di essere letto e all’inizio di questo 2021 mi sono ripromessa di leggere molti dei romanzi che stanno prendendo polvere nella mia libreria e quindi ho deciso di iniziare con questo voluminoso libro. 
Non avendo mai letto nulla di Falcones, ma essendo molto attirata dalla trama non sapevo cosa aspettarmi dal libro. Mi sono trovata in mano un romanzo scritto con maestria, con colpi di scena ben caratterizzati e descrizioni molto realistiche del paesaggio e del tempo in cui è ambientato.
Solo una cosa, in definitiva, mi ha delusa ed è stato nella parte finale del romanzo; non so se mi si può permettere l’uso della parola “affrettato” in un romanzo come questo, ma ho trovato il finale molto velocizzato e scontato. Infatti, la sensazione che ho avuto è che è arrivati agli ultimi capitoli avesse fretta di concludere ma forse il mio è solo una sensazione visto che sin dall’inizio il romanzo si dipiana davanti a noi in modo lento e a volte costante. Ma torniamo alla storia…

 

Ho davvero apprezzato l’idea dell’autore di mettere in risalto e come protagoniste due donne, che almeno all’inizio sono una l’opposto dell’altra. Si capisce che Falcones, oltre ad aver studiato approfonditamente il periodo storico ha dato anche importanza al ruolo della donna in quel tempo storico, sopratutto nella cultura gitana così tanto diversa dalla nostra. 
infatti, Idelfonso Falcones ci trasporta tra le vie di Siviglia, ci fa vivere alla maniera “gitana”, dove nei vicoli stretti e bui veniamo (non accoltellati) travolti dalle donne abbigliate con lunghe gonne colorate, dagli uomini pronti a sfidarsi per difendere il proprio onore e, veniamo anche coinvolti nel traffico e nel contrabbando di tabacco.
Tutto questo viene improvvisamente meno quando nel 1749 il re Ferdinando IV di Spagna emana un editto bandendo i gitani dalla Spagna e incominciando a fare delle retate per catturare tutti quelli che si trovavano sul suolo spagnolo. Qui le vite di Caridad e Milagros cambiano improvvisamente. 

 

Il personaggio che secondo me cresce di più nel corso della storia è quello di Caridad.
Lei che è sempre vissuta come una schiava non sa cosa significa essere libera, non solo come stato fisico, ma mentale; infatti all’inizio Caridad rimane sempre confinata nella mentalità da “schiava “, però è con un grande, profondo percorso di crescita che finalmente comprenderà che cosa significa davvero essere libera.
Per Milagros, invece, la crescita riguarda un altro aspetto del carattere ovvero quello della maturità.
Se all’inizio la vediamo ancora dibattersi tra gli atteggiamenti di una ragazza “adolescente” e di una “giovane donna” verso la fine del romanzo la vediamo maturata, naturalmente ciò è dovuto a tutti i problemi, le sfide le vicissitudini che sono capitate dell’ editto del re, che le avevano cambiato la realtà per sempre.

 

In conclusione senza dilungarmi oltre (cosa che ho già fatto per i miei standard) mi è piaciuto molto il romanzo, lo stile di scrittura e di narrazione dell’autore, infatti, penso di leggere al più presto qualche altro libro di Falcones, magari il suo romanzo d’esordio che ultimamente è diventato “famoso” da quando ne è stata tratta anche una serie tv, naturalmente sto parlando della Cattedrale del mare.
Ma basta parlare, consiglio il romanzo a chi ama il genere o magari il periodo storico perchè devo ammettere non è il genere di libro adatto a tutti perchè chi non lo apprezza fino in fondo potrebbe fare fatica a finirlo!
Io come sempre vi saluto e vi aspetto alla prossima recensione.

 

La mia valutazione… 


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