Buon pomeriggio amici,
stavolta torno da voi con una nuova e interessante novità, che poi in realtà non è proprio così, ma per me lo è stato. Oggi tratteremo di un libro che ho finito di leggere da pochissimo e che non vedevo l’ora di potervene parlare e, il grazie per questa opportunità va alla nostra recente collaborazione con Literary Romance che mi ha dato quest’opportunità.
Di cosa si tratta?
Beh, rimanete con me per scoprire di più sul favoloso libro “Guai a ore 9” di Federica Cabras che, sicuramente vi stupirà, tanto quanto ha fatto con me.
Coraggio, scendete più in basso e continuate a leggere 😉
Titolo: Guai a ore 9
Autore: Federica Cabras
Data pubblicazione: 13 luglio 2020
Casa Editrice: Literary Romance
Genere: romance ironico contemporaneo
Ebook KINDLE – offerta lancio € 1,99
Cartaceo pag. 295 € 14,90
Non tutto il male viene per nuocere…
Virginia ha quasi 33 anni, e lavora presso un giornale online come redattrice. Convive con il fidanzato – seppur tra alti e bassi – ha amiche che la amano e una rumorosa famiglia che l’ha sempre sostenuta. Ma le cose cambiano, si cresce, e bisogna affrontare gli ostacoli della vita, come quell’arrogante di Leonardo Ruinas, suo acerrimo e affascinante nemico nonché collega, sempre pronto a stuzzicarla, sempre sul pezzo per farle la guerra. A un tratto, però, tutto va a rotoli: l’amore, il lavoro, nuove coinquiline insopportabili… Quello che Virginia non sa è che, spesso, la determinazione e la sincerità sono la chiave del successo – anche se un po’ di fortuna non guasta mai.
Beh, adesso è il momento di entrare davvero all’interno del libro e per farlo l’unico modo che conosco è quello di iniziare questa recensione. Sinceramente dalla trama mi aspettavo qualcosa, ma non quello che è veramente avvenuto, perché credo che l’autrice non solo è stata in grado di farci entrare in sintonia con Virginia, la protagonista del romanzo, ma è riuscita persino ha raccontare parte di noi.
Che voglio dire?
Si sa, i romanzi sono per lo più storie inventate, piene di fantasia e molto romanzate, altrimenti non sarebbe un romanzo, tuttavia non nascondo che questo libro tocca molti temi reali, situazioni, emozioni e momenti che sono reali, che ognuno di noi può e vive.
Beh, abbiamo molto da dire e quindi iniziamo…
Ci sono diversi personaggi che entrano in contatto con Virginia, una protagonista che l’autrice, Federica Cabras ha reso molto reale, veritiera e tutte quelle qualità e difetti che presenta la rendono più vicina a noi. Dobbiamo parlare di tantissime relazione, la prima di cui voglio iniziare è quella che c’è tra Virginia e Giorgio, non nascondo che leggendo di loro ho avuto degli alti e bassi, ho percepito il loro amore, ma allo stesso tempo quel dettaglio che sapevamo tutti: una relazione finita.
Ovviamente la loro storia è stata bella, mi è piaciuto leggere dei flashback, vedere il presente e credo che quello che più mi ha stupito sono state le svolte che loro vite hanno intrapreso.
Giorgio e Virginia erano due personaggi che insieme funzionavano, ma che non erano capaci di prendere l’uno il meglio dell’altro, ma solo separati hanno dimostrato qualcosa, soprattutto lei, Virginia Carta.
Ci sono rapporti che stupiscono e altri che ci sbalordiscono e… vi starete dicendo che questi due termini sono simili, significano la stessa cosa, ebbene è vero, ma il rapporto tra Virginia e il suo capo è qualcosa che stupisce ma anche sbalordisce. Di come lei ne parlava non mi sarei mai aspettata tanto, il suo modo di comportarsi sicuramente non aiutava, eppure in quel momento – quello scritto sopra- ho finalmente capito tutto e ho unito i punti. Succede anche a noi di essere messi sotto torchio e questo può significare due cose: uno perché non valiamo e non vedono l’ora che crolliamo e due, significa che abbiamo del potenziale ma che non lo sfruttiamo. La relazione tra Virginia e il suo capo ci viene rappresentata nei due casi, ma la sensazione che riceviamo alla fine è assolutamente lontana da ciò che avevamo pensato all’inizio. Il capo, Virginia, che si chiama proprio come la protagonista mi ha colpito, non solo per ciò che dice ma anche per il suo comportamento, per il suo non lasciarsi mettere i piedi in testa da nessuno, soprattutto dall’uomo che dirige il giornale. Questo libro ha aperto una grande punto le donne al comando e allo stesso tempo le donne che fanno carriera sotto le direttive di un uomo. Non è facile, lo sappiamo bene tutti, eppure Federica Cabras ci mostra che talvolta essere donna non significa essere debole, che convincendoci del contrario facciamo un errore. Ci sono donne come Virginia che pensano di non valere e poi iniziano a sbocciare e donne come, Virgina (capo) che ci dimostrano che possiamo fare tutto, basta volerlo.

Devo ammettere che leggendo il titolo, la trama e vedendo la copertina mi ero fatta un’idea completamente sbagliata del libro. Perché? Beh, avevo la sensazione che questo fosse un libro di aiuto, nel senso che la protagonista ci avrebbe portato con sé nel suo percorso di crescita, apprendimento e maturazione. Ehm… sì, questo è avvenuto, ma allo stesso tempo è stato circondato da un passato, un presente e un futuro, anche se appena accennato.
Non è stato il genere che mi immaginavo, tuttavia l’autrice è stata in grado di darci più di una lezione, proprio come la frase che ho voluto riportare.
Sicuramente vi siete chiesti perché, ma basta leggere la frase per capire e so che l’avete pensato perché siamo umani, siamo gente predisposta a sentirci sempre inferiori dal resto, a sotto valutarci e a non darci mai la possibilità di sentirsi migliori. Virginia è la protagonista che potrebbe rispecchiarmi alla perfezione, cosa che potrebbe fare un po’ con tutti e questa frase rispecchia i nostri pensieri e quello che proviamo, almeno il più delle volte. È normale incontrare persone sbagliate, alcune ci feriscono più di altre e altri ancora ci danno la possibilità di fare un esame di coscienza e di vedere cosa non va in noi, cosa possiamo fare per cambiare e perché farlo. Noi siamo chi scegliamo di essere.
Virginia ha una vita piena di emozioni, il suo lavoro la porta sempre al centro delle notizie, di gossip, deve essere veloce se vuole vincere, tuttavia non sempre questo la rende felice. Lei è sola, ritorna single dopo tre anni di convivenza, fa un passo indietro e si ritrova a vivere con la sua ex coinquilina Susanna, nonché migliore amica. Le cose cambiano, cosa che viene continuamente dimostrato, per esempio con Giada che lascia l’appartamento che aveva diviso con loro e va a vivere con Stefano il suo ragazzo e l’arrivo di una nuova coinquilina, Zoe, la persona che renderà la vita impossibile a Virginia e darà del filo da torcere anche a Susanna. Questo libro ci racconta l’amicizia, quella vera e di ciò che significa essere amici, che non è sempre un dare ma talvolta è anche un ricevere, racconta che tra migliori amici si litiga, ci si può dire di tutto e ferirsi, ma alla fine si ritorna sempre. Oh, ovviamente non è sempre così facile e non sempre va così, ma se due amici si vogliono davvero bene le parole passano in secondo piano, arriva l’esame di coscienza che permette di capire gli errori e che, forse quelle parole non erano dette per ferire ma per aiutare. L’amicizia e l’amore sono due sentimenti di cui si è alla costante ricerca e mentiamo se dicessimo il contrario. Sono due sentimenti opposti ma che possono coincidere perché a volte non c’è amore se prima non c’è stata un’amicizia.
E questo ci porta a un altro tassello del romanzo, ovvero al rapporto tra Leonardo – Nardi – e Virginia. Ammetto che sin dalle prime pagine vedere il loro botta e risposta mi ha fatto ridere, mi ha emozionato e scoprire chi erano, le loro storie è stato una delle cose che mi ha tenuto incollata al libro. Sono due caratteri diversi, entrambi però hanno delle insicurezze che trasformano in ironica, hanno alle spalle due situazioni diverse ma non tanto lontane l’uno dall’altro. Ho sempre pensato che la comicità avrebbe avuto la meglio eppure, intorno a questo stile c’erano momenti dolci, di riflessioni, di rabbia e paura che, seppure trattati con ironia non hanno mancato di dare l’effetto sperato nel lettore. I loro continui battibecchi è quello che rende Virginia viva, soprattutto dopo la corrente che prende la sua vita e, la stessa cosa possiamo dire anche di Leonardo perché seppure nessuno dei due l’ammetterebbe quei loro momenti sono l’unica cosa che li fa sentire felici. Vengono messi alle strette, tutti e due hanno lo stesso lavoro nello stesso giornale, ma si sa che in queste situazioni vince il migliore e loro sono in una lotta continua, ancor prima di quest’ultimatum. Si sa che i battibecchi sono i preliminari dell’amore, ma se tra loro ci fosse solo una semplice amicizia? Ovviamente quello che ci viene da chiedere dopo è… finiranno per ammazzarsi o per amarsi?
Federica Cabras è riuscita a rendere interessante ogni personaggio che entrava in contatto con Virginia, anche se talvolta era solo di passaggio. Oh, per questo mi rivolgo a Ettore e Claudio, il primo è stato colui che gli ha dato modo di riflettere e di capire cosa vuole dalla propria vita, il secondo è uno dei suoi migliori amici che ci ha confuso le idee. La mia mente era divisa tra Claudio e Leonardo, entrambi rendevano Virginia un personaggio diverso, con loro il suo carattere cambia, non veniva stravolto eppure le emozioni che suscitavano nel lettore erano diverse e in netto contrasto. E poi, dopo gli uomini e le amiche vengono le altre persone importanti, la famiglia e cavolo se qui ne avremmo di parlare perché ci ritroviamo in due opposti. Virginia ha una famiglia strana/buffa, che cerca di combinarle una relazione per curare il suo cuore spezzato e, Leonardo è solo, senza la famiglia che lo appoggi nel lavoro che ha deciso d’intraprendere e senza qualcuno che crede davvero in lui.
Ammettiamolo, questa frase l’abbiamo pensata tutti quando ci siamo ritrovati durante qualche festa con i nostri familiari, perché le domande nascondo spontanee e, no… non sono quelle banali come per esempio se hai fatto shopping, se hai visto qualche serie tv o se mangi abbastanza. No, sono quelle domande scomode a cui non vorremmo rispondere mai e alla fine di tutto ci servirebbe sicuramente alcol e psicologo. Ma il bello di questo romanzo è che proprio come questa frase ironica e comica lo è anche lo stile della scrittrice, che non solo il suo modo di scrittura si è avvicinato ad ognuno di noi, ma lo ha reso memorabile con la struttura stessa. Il libro è composto dai diversi capitoli ognuno del quale presentava un titolo divertente e centrato alla perfezione con il suo sviluppo, senza contare quei piccoli dialoghi che l’autrice inserisce all’inizio, prima del vero capitolo che, erano come una goccia in un oceano blu. Titoli che richiamano la nostra attenzione, proprio come quello di cui prende il nome il libro che è solo un’abbreviazione di quello reale… ovvero GUAI A ORE 9… MA ANCHE A ORE 12, 18 E 22. Lei ci ha fatto ridere, emozionarci e ci ha portato con sé in questo viaggio che non ci ha sicuramente annoiati o resi insoddisfatti.
Non posso non concludere con questa massima, Virginia ha proprio ragione, dobbiamo rincorrere la felicità perché seppure ci fa male è quella che vogliamo più di tutto e questa non esclude l’amore perché sono due cose che camminano di pari passo. Non si può avere l’una senza l’altra, anche se spesso tendiamo a negarlo e nasconderlo. Virginia ci ha dimostrato che si può essere felici anche da soli, seppure non del tutto soddisfatti, che avere una famiglia accanto, delle amiche che ti vogliono bene sempre e comunque e un lavoro che ami non ci rende felici, ci rende solo… felici ma incompleti. La vera felicità è quella che troviamo nel sorriso di chi ci aspetta fuori dalla porta, dei piccoli gesti, delle frasi inaspettate e dagli occhi di chi ci guarda con amore. Potremmo non volerlo ammettere ma è così, siamo tutti alla ricerca costante della felicità e dell’amore.
La mia valutazione: