Anteprime libri Dicembre 2019

Ben ritrovati,
Oggi continuando la nostra collaborazione con Marsilio Editori vi daremo “in anteprima” alcuni libri usciti o in uscita che, non ci resta attendere e leggere.
Ci sono alcuni dei titoli davvero interessati, altri che non sono il mio genere, eppure la cosa mi incuriosisce e a voi?
E poi… cosa c’è di più bello di entrare nell’atmosfera natalizia e leggere dei libri adatti all’evento? 
Andiamo! ^_^

 

 

 

 

La Natività dei pastori

Secunda Pastorum
a cura di Marisa Sestito, con una nota di Mariapia Veladiano

TRAMA:

Del Natale ci parlano i pastori di un tempo lontano, voci di secoli remoti ancora riconoscibili e toccanti. Dal Medioevo inglese discende a noi la lucida osservazione del reale, la risata dissacrante, la familiarità del rapporto con Dio. I dialoghi raccontano la fatica di vivere e la durezza del lavoro, evocano la fame, il freddo, la desolazione di chi la notte segue il gregge sulla brughiera. A portare sollievo è l’episodio centrale, una gustosa parodia della Natività in cui il ladro di pecore ruba e insieme alla moglie nasconde in culla una pecora. La comica evocazione dell’Agnello si accompagna alla strepitosa recita della “puerpera” di fronte ai pastori che hanno scoperto il furto: «Ah, il mio ventre! Se mai vi ho ingannato, possa io mangiare, buon Dio ti prego, il bimbo che sta in culla». Ma da ultimo, dopo il lamento e la rabbia, dopo lo spasso e il conforto, i pastori della campagna inglese guidati dall’Angelo muovono verso Betlemme, dove con poveri doni e tenerissime parole adorano il Bambino.

 

 

 

Opere

traduzione di Ornella Tajani, a cura di Olivier Bivort
di Arthur Rimbaud

TRAMA:

Punto di riferimento della poesia moderna, Rimbaud ha percorso in soli cinque anni tutte le tappe della sua attività poetica, dai primi versi scritti all’età di quindici anni fino alle ultime prose, terminate quando non aveva ancora raggiunto i vent’anni. Le sue intuizioni e la sua strabiliante tecnica hanno aperto alla letteratura nuovi mondi e prospettive inaudite, dando un impulso e un potere senza pari alla parola poetica. Discostandosi dai modelli del suo tempo, ha espresso desideri e disgusti, speranze e illusioni propri all’adolescenza; ebbro di libertà, si è immerso in un mare di immagini facendo di sé un «veggente» intento a carpire l’ignoto per «cambiare la vita». La sua relazione con Verlaine, finita tragicamente con due colpi di rivoltella, lo portò a scrivere un unico libro, Una stagione all’inferno, testimonianza chiave della crisi dell’occidente nonché lucidissima autocritica; tralasciando i versi, si dedicò infine alla poesia in prosa, creando con le Illuminazioni un universo in movimento, istantaneo, vero caleidoscopio di immagini e di lampi di memoria. Per la sua forza espressiva e il fascino della sua autonomia, l’opera di Rimbaud ha suscitato scompiglio e ammirazione; per le sue straordinarie qualità visionarie, è diventata uno dei modelli fondanti della nostra modernità. Presentato in una nuova traduzione con testo francese a fronte, rivisto sui manoscritti, questo volume contiene le opere poetiche complete di Rimbaud, versi e prose, nonché una scelta di lettere relative alla sua attività letteraria (1870-1875). Sono presenti anche i testi recentemente ritrovati in Francia, per la prima volta riprodotti in edizione italiana.

 

 

 

 

Orazione sul comando di Pompeo

(De imperio Cn. Pompei)
introduzione di Gianluigi Baldo, a cura di Tommaso Ricchieri
di Cicerone

TRAMA:

Nel 66 a.C. Cicerone è pretore e pronuncia il primo discorso pubblico della sua carriera, dopo aver già riportato negli anni precedenti importanti successi in tribunale. L’occasione è offerta dalla proposta di legge del tribuno della plebe Gaio Manilio di attribuire a Pompeo un comando straordinario nella guerra contro Mitridate, l’inafferrabile re del Ponto che da più di vent’anni teneva Roma in scacco minacciando i suoi domini in Oriente. Cicerone prende la parola a sostegno della legge, inserendosi in un acceso dibattito politico tra i più convinti difensori delle prerogative del senato e quei gruppi sociali – popolo e ceto equestre – che reclamavano un uomo solo al comando per porre fine alla grave crisi economica provocata dal protrarsi del conflitto mitridatico. Nel celebrare Pompeo, Cicerone ritrae l’uomo “divino”, il comandante ideale più volte artefice della salvezza di Roma, la figura nella quale l’indiscusso primato militare si sposa con le più alte doti di humanitas.
Con un discorso dalla prosa fluida e brillante, in cui lo scorrere dell’argomentazione lascia ampio spazio alla riflessione teorica sull’economia e sul buon governo dell’impero, Cicerone contribuì in maniera determinante all’approvazione della legge, assicurandosi l’appoggio di Pompeo per la sua corsa al consolato: appena tre anni dopo, proprio a Cicerone sarebbe toccato di mettere in salvo la res publica dalla mortale minaccia di Catilina.

 

 

 

 

Il mappamondo di Giacomo

Leopardi, l’antico, un filosofo indiano, il sublime del qualunque
di Gilberto Lonardi

TRAMA:

Non vi si rifiuta, in compagnia di Giacomo, la sfida. Da qui l’aprirsi, sulla sua scia, per esempio, sì a Rousseau, ma più al suo opposto, a Voltaire. E riserva sorprese l’attenzione di Leopardi non solo alla religione-filosofia della Persia, ma, insieme, all’India antichissima: al Buddha. La mira è al disegno complessivo di un poeta e intellettuale intrigato dal canto di Omero o di Mimnermo o di Anacreonte, o da Qohélet o da Virgilio, o da Dante o dal Monti dell’Iliade, o dal pensare in grande di un Pascal, o dalla prima modernità dei narratori dell’io; ma anche dal canto di un muratore. Da ascoltare come un’epifania dell’Inizio. O da quello di una filatrice di paese. O da quanto insegna la moltitudine senza nome. Dunque un personaggio che frequenta le cime, ma pure conosce la seduzione del ‘margine’. E disponibile, allora, anche alla scommessa del «gettarsi via». Non in cerca, vedi L’infinito, di un cielo mistico-spiritualistico, ma della medicina, chiesta al tragico di esperienze come quella del naufragio, della dolcezza di un pur passeggero, ‘terrestre’ fremito per esserne uscito salvo. E un poeta e pensatore molto preso dal gran problema del male, fino all’abbozzo di un inno all’eterno trionfo del dio-diavolo persiano, Arimane. Un pensante-immaginante anche quando trascende un altro frammento, sul «Tutto è male» – da affidare nel 1826 a un antico «filosofo indiano» – nell’«a me la vita è male» di un pastore asiatico: figura ‘in canto’ del qualunque, e, insieme, del sublime. Come poi due creature dell’ultimo Leopardi: una foglia di faggio, foglia qualunque, ‘da nulla’, ma portatrice di un alto messaggio, in Imitazione, e il fiore gentile della Ginestra.

 

 

 

 

Oasis n. 30

L’islam delle donne

TRAMA:

La condizione femminile è uno dei temi più controversi dell’Islam. Ma che cosa dice veramente il diritto islamico sullo statuto della donna? E qual è oggi la situazione nelle società musulmane? Questo numero di Oasis vuole fare chiarezza su una questione centrale del dibattito odierno, mostrando anche i casi, dall’Asia meridionale al Marocco, dagli Stati Uniti all’Europa, in cui le donne musulmane non sono soltanto vittime di una visione patriarcale, ma protagoniste attive della vita culturale, sociale e politica.

 

 

 

 

La ragazza che doveva morire

Millennium 6
di David Lagercrantz

TRAMA:

Lisbeth Salander è scomparsa. Ha svuotato e venduto il suo appartamento in Fiskargatan, a Stoccolma, e nessuno sa dove si nasconda. Neppure dal suo computer arrivano segnali di vita, e ora Mikael Blomkvist, alle prese con una deludente inchiesta sul crollo delle borse destinata al prossimo numero di Millennium, ha bisogno del suo aiuto. Sta cercando di risalire all’identità di un senzatetto trovato morto in un parco, a Tantolunden, con in tasca il suo numero di telefono. Per quale ragione quel barbone alcolizzato che non compare in alcun registro ufficiale voleva mettersi in contatto con lui? E perché farneticava ossessivamente di Johannes Forsell, il discusso ministro della Difesa, al centro di una feroce campagna mediatica? Lisbeth, però, ha ben altro per la testa: la ragazza che odia gli uomini che odiano le donne è sulle tracce di Camilla, la sorella gemella con cui vuole regolare i conti una volta per tutte. Ma mentre cerca di chiamare a raccolta il desiderio di vendetta che l’anima da sempre, il passato torna a mettersi in mezzo, con il suo seguito di violenza e distruzione.
Nell’ultimo, folgorante capitolo della saga Millennium, in una caccia dove le parti continuano a invertirsi e, tra sorprendenti scoperte genetiche e misteriose fabbriche di troll, un filo di fuoco unisce le vette dell’Everest agli abissi della rete criminale russa, l’indomita hacker con il drago tatuato sulla schiena intende mettere finalmente a tacere quelle ombre, e bruciare il male alla radice.

 

 

 

 

Tracce dal silenzio

di Lorenza Ghinelli

TRAMA:

Nina ha dieci anni ed è diventata sorda in seguito a un incidente stradale. I genitori, decisi a lasciarsi quel trauma alle spalle, si trasferiscono in una nuova casa che confina con il parco. Una sera, come sempre, Nina spegne l’impianto cocleare che le permette di sentire e si addormenta.
Una musica però la sveglia. Una musica che non dovrebbe e non potrebbe percepire. Nina si alza e la segue. Nello stesso istante, nel cuore della notte, un ragazzo viene ucciso. Non sarà l’unica volta che la bambina sentirà quella canzone, non sarà l’unica volta che, al ritmo di quelle note allegre e inquietanti, qualcuno verrà aggredito.
Come può Nina ascoltare quella musica senza indossare il suo audioprocessore? E perché nessun altro la sente oltre a lei? Cosa significano le strane visioni che ha in quei momenti?
Sono solo alcune delle domande a cui la bambina dovrà trovare risposte, per interrompere la spirale di violenza che minaccia di inghiottirla. Al suo fianco si schiereranno il fratello Alfredo e due sue compagne di classe, Rasha e Nur. Per Nina, poi, si rivelerà determinante l’incontro con l’anziana Rebecca – la sua vicina di casa –, perseguitata
da un oscuro passato: se per Rebecca la bambina è un raggio di sole, agli occhi di Nina la vecchia è la nonna che ha perduto. Ma per essere risolti, gli inferni devono essere attraversati.
Dall’autrice del Divoratore, bestseller internazionale, una favola nera intessuta di inquietudine e meraviglia, dove l’orrore è al tempo stesso magico e quotidiano.

 

 

 

 

Assassinio a Villa Borghese

di Walter Veltroni

TRAMA:

Villa Borghese – un enorme parco nel centro di Roma, grande più della Città del Vaticano e poco meno del principato di Monaco – è un luogo meraviglioso. Ci sono musei, teatri, la Casa del Cinema, ludoteche, chiese. E poi le mille piante, i corsi d’acqua e le tante specie animali ospitate al Bioparco. Un’isola di verde incantevole.
Affascinante, colta, misteriosa.
Il sindaco, malato d’amore per la Villa, muovendo mari e monti riesce a far aprire un commissariato al suo interno. Per la gestione del nuovo ufficio, i vertici della polizia decidono di radunare un gruppo di soggetti che altrove non hanno certo brillato. Come i magnifici sette, ma al contrario. A guidarli viene chiamato Giovanni Buonvino, ispettore superiore che, quindici anni prima, è stato condannato alle retrovie da un bruciante errore. «Occhio ai palloni Super Santos» ironizzano i colleghi, «possono contenere esplosivo.»
Pochi giorni dopo l’inaugurazione del commissariato, però, il pacifico tran tran viene interrotto dalla scoperta di un cadavere orrendamente straziato. Da quel momento a Villa Borghese – insanguinata da una lunga scia di morte – nulla sarà più lo stesso.
Walter Veltroni esordisce nel giallo con un romanzo brillante e pieno di suspense che è anche una lettera d’amore alla Capitale e al più bello dei suoi parchi.

 

 

 

 

Breve storia del mio silenzio

di Giuseppe Lupo

TRAMA:

L’infanzia, più che un tempo, è uno spazio. E infatti dall’infanzia si esce e, quando si è fortunati, ci si torna. Così avviene al protagonista di questo libro: un bimbo che a quattro anni perde l’uso del linguaggio, da un giorno all’altro, alla nascita della sorella. Da quel momento il suo destino cambia, le parole si fanno nemiche, anche se poi, con il passare degli anni, diventeranno i mattoni con cui costruirà la propria identità. Breve storia del mio silenzio è il romanzo di un’infanzia vissuta tra giocattoli e macchine da scrivere, di una giovinezza scandita da fughe e ritorni nel luogo dove si è nati, sempre all’insegna di quel controverso rapporto tra rifiuto e desiderio di dire che accompagna la vita del protagonista. Natalia Ginzburg confessava di essersi spesso riproposta di scrivere un libro che racchiudesse il suo passato, e di Lessico famigliare diceva: «Questo è, in parte, quel libro: ma solo in parte, perché la memoria è labile, e perché i libri tratti dalla realtà non sono spesso che esili barlumi di quanto abbiamo visto e udito.» Così Giuseppe Lupo – proseguendo, dopo Gli anni del nostro incanto, nell’“invenzione del vero” della propria storia intrecciata a quella del boom economico e culturale italiano – racconta, sempre ironico e sempre affettuoso, dei genitori maestri elementari e di un paese aperto a poeti e artisti, di una Basilicata che da rurale si trasforma in borghese, di una Milano fatta di luci e di libri, di un’Italia che si allontana dagli anni Sessanta e si avvia verso l’epilogo di un Novecento dominato dalla confusione mediatica. E soprattutto racconta, con amore ed esattezza, come un trauma infantile possa trasformarsi in vocazione e quanto le parole siano state la sua casa, anche quando non c’erano.

 

 

 

 

E i figli dopo di loro

di Nicolas Mathieu

TRAMA:

Lorena, agosto 1992. Anthony ha quattordici anni, le spalle larghe e una palpebra semichiusa che gli dà sempre un’aria imbronciata. Stéphanie è la più bella della scuola, ma nella valle dimenticata da Dio in cui è cresciuta l’avvenenza serve a poco. Hacine è un po’ più grande, ama le moto (soprattutto quelle prese agli altri) ed è ormai rassegnato all’idea di deludere il padre, arrivato in Francia dal Marocco sognando l’integrazione. L’estate in cui i tre ragazzi si incontrano è quella del primo bacio, delle prime canne, dei Nirvana nelle orecchie e delle corse in Bmx intorno al lago, della noia che si mescola alla rabbia e al desiderio di fuggire. Ma è anche un’estate torrida, in cui il vento caldo della globalizzazione ha già spazzato via buona parte dei posti di lavoro della regione lasciando le famiglie sul lastrico, impreparate ad affrontare la chiusura delle fabbriche e a immaginare un futuro diverso per sé e i propri figli. Di questo piccolo mondo periferico Nicolas Mathieu racconta dolori e gioie, speranze e miserie, dando forma a un affresco sociale umanissimo e insieme feroce. L’adolescenza di Anthony, Stéphanie e Hacine diventa per lui una lente straordinaria con cui guardare a un’Europa di provincia, alle sue illusioni di benessere bruciate nei falò estivi, alla sua innocenza perduta. Un’Europa che è anche la nostra.

 

 

 

 

Grand Hotel Scalfari

Confessioni libertine su un secolo di carta
di FrancescoMerlo, Antonio Gnoli

TRAMA:

Mai Eugenio Scalfari si era aperto a considerazioni così intime. Sono le confessioni di un novantacinquenne divertito e attratto da questa lunga epoca di transizione.
Attraverso le voci di Antonio Gnoli e Francesco Merlo, egli rivive il suo «secolo di carta», negli anni del trionfo e in quelli recenti del declino. Interrogandosi su cosa potrà riservarci il futuro.
Se c’è un modo di essere autenticamente se stessi, queste pagine lo rivelano attraverso gli episodi meno noti o addirittura sconosciuti della sua vita.
Ecco allora scorrere, come in un romanzo, l’infanzia cattolica e i genitori in crisi, le profonde amicizie e le contese giovanili, il fascista e l’antifascista, gli amori saldi e le avventure rapsodiche, le malattie e la forza per affrontarle, le professioni svolte e la politica vissuta giorno per giorno. Niente resta occultato in questa sorprendente storia.

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