Anteprime libri Novembre 2019

Buongiorno a tutti!!
so di essere un pò in ritardo, forse anche troppo ma l’importante è arrivare e noi siamo qui. Oggi vi regalo alcuni libri, trame interessanti e copertine semplice e… so bene che questo piccolo indizio vi lascia poco su cui decidere e sicuramente non sarà tra i generi che leggete spesso, ma…
Ehi a volte non si sa che una cosa piacerà finchè non si è letta e quindi…
Che ne dite? Diamo un’occhiata 😉

 

 

Assassinio a Villa Borghese

di Walter Veltroni

TRAMA:

Villa Borghese – un enorme parco nel centro di Roma, grande più della Città del Vaticano e poco meno del principato di Monaco – è un luogo meraviglioso. Ci sono musei, teatri, la Casa del Cinema, ludoteche, chiese. E poi le mille piante, i corsi d’acqua e le tante specie animali ospitate al Bioparco. Un’isola di verde incantevole.
Affascinante, colta, misteriosa.
Il sindaco, malato d’amore per la Villa, muovendo mari e monti riesce a far aprire un commissariato al suo interno. Per la gestione del nuovo ufficio, i vertici della polizia decidono di radunare un gruppo di soggetti che altrove non hanno certo brillato. Come i magnifici sette, ma al contrario. A guidarli viene chiamato Giovanni Buonvino, ispettore superiore che, quindici anni prima, è stato condannato alle retrovie da un bruciante errore. «Occhio ai palloni Super Santos» ironizzano i colleghi, «possono contenere esplosivo.»
Pochi giorni dopo l’inaugurazione del commissariato, però, il pacifico tran tran viene interrotto dalla scoperta di un cadavere orrendamente straziato. Da quel momento a Villa Borghese – insanguinata da una lunga scia di morte – nulla sarà più lo stesso.
Walter Veltroni esordisce nel giallo con un romanzo brillante e pieno di suspense che è anche una lettera d’amore alla Capitale e al più bello dei suoi parchi.

 

 

 

Ira e tempo

di Peter Sloterdijk

TRAMA: 

Nel suo libro più «politico», Peter Sloterdijk, filosofo tedesco le cui posizioni controverse sono sovente oggetto di dibattito, propone intuizioni mai banali per decifrare i cambiamenti che interessano le organizzazioni sociali e politiche.
Se in Critica della ragion cinica ricostruiva le derive del cinismo nella cultura occidentale, qui racconta culture e forme dell’ira, che da virtù nel mondo greco è diventata collante del risentimento moderno.
Attingendo alle teorie di pensatori come Friedrich Nietzsche, Alexandre Kojève, Leo Strauss e Francis Fukuyama ricostruisce il legame tra le dinamiche della psiche individuale e collettiva, risalendo così alle origini del percorso
che ha reso possibile l’eclissarsi del pensiero timotico. Da energia primitiva cantata da Omero e incarnata da Achille, attraverso numerose trasformazioni, l’ira diviene forza propulsiva gestita come capitale e bene spendibile,
accumulata in strutture assimilabili a vere e proprie «banche del risentimento», quali sono stati fino a poco tempo fa i partiti e i grandi movimenti ideologici.
Venute meno le principali istanze capaci di convogliare tale risentimento collettivo verso utopie rivoluzionarie o verso l’Aldilà delle religioni monoteiste, nulla sembra poter contenere l’ondata di conflitto che si manifesta negli scontri di piazza, nel disagio delle periferie urbane, nelle forme di emarginazione sociale, nelle organizzazioni terroristiche. Né si prospettano nuovi elementi capaci di produrre un’idea di mondo che si faccia progetto.
Con la potenza di un discorso articolato in potenti metafore, Sloterdijk avanza un’affascinante ipotesi su un antico e modernissimo enigma.

 

 

 

 

Non è un mestiere per uomini

I primi tre casi di Violet Strange
a cura di Alessandra Calanchi
di Anna Katharine Green

TRAMA: 

Nella New York di inizio Novecento che già si appresta a diventare la capitale del mondo, Miss Violet Strange è una ricca debuttante, vivace, viziata e mondana. Minuta, emotiva, leggera “come la sfera lanuginosa del tarassaco”, i tratti del viso tanto singolari quanto irresistibili. Ma, racchiuso tutto nel suo nome, uno strano cortocircuito la proietta sulle scene del crimine, investigatrice consapevole, appassionata e arguta. L’istinto e l’intuizione fanno spazio all’analisi, alla logica deduttiva e all’osservazione scrupolosa di traiettorie, proiettili, impronte, macchie di sangue. Giovanissima collaboratrice di un’agenzia investigativa, per cui lavora segretamente, Miss Strange è la protagonista della raccolta di nove racconti dal titolo The Golden Slipper and Other Problems for Violet Strange di cui leggiamo qui i primi tre e che segna le origini del poliziesco americano al femminile. Anna Katharine Green, nell’acume della prima vera detective moderna e nei profili di molte altre donne, vittime e colpevoli, rivela le prospettive di un mondo al femminile. Il sovvertimento delle convenzioni di quello che non era “un mestiere per donne” porta con sé la fotografia delle dinamiche di genere e di classe dell’America di inizio secolo.

 

 

 

Tracce dal silenzio

di Lorenza Ghinelli

TRAMA:

Nina ha dieci anni ed è diventata sorda in seguito a un incidente stradale. I genitori, decisi a lasciarsi quel trauma alle spalle, si trasferiscono in una nuova casa che confina con il parco. Una sera, come sempre, Nina spegne l’impianto cocleare che le permette di sentire e si addormenta. Una musica però la sveglia. Una musica che non dovrebbe e non potrebbe percepire. Nina si alza e la segue. Nello stesso istante, nel cuore della notte, un ragazzo viene ucciso. Non sarà l’unica volta che la bambina sentirà quella canzone, non sarà l’unica volta che, al ritmo di quelle note allegre e inquietanti, qualcuno verrà aggredito. Come può Nina ascoltare quella musica senza indossare il suo audioprocessore? E perché nessun altro la sente oltre a lei? Cosa significano le strane visioni che ha in quei momenti? Sono solo alcune delle domande a cui la bambina dovrà trovare risposte, per interrompere la spirale di violenza che minaccia di inghiottirla. Al suo fianco si schiereranno il fratello Alfredo e due sue compagne di classe, Rasha e Nur. Per Nina, poi, si rivelerà determinante l’incontro con l’anziana Rebecca – la sua vicina di casa –, perseguitata da un oscuro passato: se per Rebecca la bambina è un raggio di sole, agli occhi di Nina la vecchia è la nonna che ha perduto. Ma per essere risolti, gli inferni devono essere attraversati.
Dall’autrice del Divoratore, bestseller internazionale, una favola nera intessuta di inquietudine e meraviglia, dove l’orrore è al tempo stesso magico e quotidiano.

 

 

 

 

Il cinema dello sguardo

di Dai Lumière a Matrix

TRAMA:

Attraverso quarantacinque film esemplari, riletti secondo una pluralità di prospettive e metodi d’indagine, il volume compone un affresco inedito del cinema come arte dello sguardo, dalle vedute dei fratelli Lumière sino alla rivoluzione digitale di Matrix.
Con un testo di Sandro Bernardi e il contributo di Lucilla Albano, Silvio Alovisio, Fabio Andreazza, David Bruni, Lucia Cardone, Giulia Carluccio, Alessia Cervini, Adriano D’Aloia, Elena Dagrada, Roberto De Gaetano, Francesco Di Chiara, Ruggero Eugeni, Michele Guerra, Cristina Jandelli, Suzanne Liandrat-Guigues, Sandra Lischi, Giacomo Manzoli, Carmelo Marabello, Luca Mazzei, Elena Mosconi, Jean Mottet, José Moure, Luigi Nepi, Paolo Noto, Peppino Ortoleva, Stefania Parigi, Guglielmo Pescatore, Federico Pierotti, Francesco Pitassio, Veronica Pravadelli, Leonardo Quaresima, Philippe Ragel, Jacqueline Reich, Thierry Roche, Augusto Sainati, Simonetta Salvestroni, Pierre Sorlin, Noa Steimatsky, Tomaso Subini, Giorgio Tinazzi, Chiara Tognolotti, Paola Valentini, Luca Venzi, Federico Vitella, Vito Zagarrio.

 

 

 

Cattiva maestra televisione

di Karl Popper

TRAMA:

Un classico che ha avuto una grande fortuna e ha suscitato un dibattito inesauribile e oggi più che mai attuale, in un’edizione arricchita da un saggio introduttivo di Giancarlo Bosetti e dai testi di John Condry, Karol Wojtyla, Raimondo Cubeddu e Jean Baudouin.

 

 

 

Un canto di Natale

a cura di Marisa Sestito
di Charles Dickens

TRAMA:

Come tutte le grandi storie, Un canto di Natale ci accompagna da sempre, e sempre sa ritrovare le parole per parlarci: una fiaba da raccontare ai bambini e da rileggere da grandi, una storia di paura, di morte ma anche di solidarietà umana, di fantasmi grotteschi che si sfumano e si frammentano nel sogno e nell’incubo privato, un grande ritratto di solitudine e di vecchiaia e di una città degradata, e soprattutto un magico regalo di Natale che trasforma il gelo e il buio dell’egoismo e dell’avarizia nel calore di un sorriso e di una festa per tutti.
Riprendendo fra le mani Un canto di Natale ritroviamo figurine dimenticate, scopriamo luci e colori nuovi, mentre altri inspiegabilmente li abbiamo persi. Ritornano alla memoria, alla rinfusa, il batacchio della porta con il volto di Marley, il tacchino fumante, il carro da morto sulla scala gelida, e perfino lo Zio Paperone di Disney, Uncle Scrooge, diretto discendente dello Scrooge di Dickens. Ma se nessuno può toglierci il piacere di questi frammenti di ricordi, è pur vero che le forme in cui un testo si sedimenta nella memoria ci allontanano dalla sua specificità, dal senso di una origine e di una appartenenza.
Questa «edizione speciale» di Un canto di Natale vuole aiutarci a ritrovare in noi il senso di tale appartenenza. «Speciale» è la presenza del testo originale inglese, che ci restituisce il dono impagabile di una scrittura che tocca i registri più svariati del grottesco e del comico, del tragico e del sentimentale, in una scansione rapidissima (lo spazio è quello di una notte) di tempi e di modi. E «speciale» è la passione della curatrice e traduttrice che, nella sua lunga e profonda consuetudine con Dickens e con i suoi molteplici registri e generi, ci guida a riconoscervi la familiarità di temi e figure e al tempo stesso a scoprirne la specificità e l’unicità.

 

 

 

 

Una fantasia di Natale

L’invasato e il patto del fantasma
a cura di Marisa Sestito
di Charles Dickens

TRAMA:

Dopo Un canto di Natale, ancora una storia di Natale, ancora un magico sconcertante racconto, ancora un grandissimo Dickens. Ultimo dei quattro «Christmas Books» dell’autore, questa «Fantasia di Natale» è la storia di un dono, un dono stregato e crudele, e di uno sventurato patto che il protagonista, il chimico Redlaw, sancisce con il proprio doppio fantasmatico. Il dono – che egli trasmetterà a tutti coloro che gli si accostano – è quello di poter dimenticare, poiché è soprattutto «torto, dolore e sventura» che la memoria del passato sembra portare con sé. Ma non comprende, Redlaw, che insieme a tutto questo se ne andranno ricordi, emozioni e desideri, e tutto ciò che va a costruire, nel tempo, lo spessore della natura umana. In una cupa discesa verso la solitudine e l’indifferenza, vediamo lui stesso, e via via tutte le figure che incrociano il suo percorso in una Londra povera e degradata ma vitale, perdere i tratti della solidarietà e dell’allegria e chiudersi nell’egoismo e nel sospetto.
Ritroviamo qui tutti i caratteri della scrittura dickensiana: l’alternanza di comico e tragico, di momenti di cupa introspezione e di incontenibile allegria, delle figure dell’ombra e di quelle della luce; e l’infanzia, nelle sue componenti più inquietanti e in quelle più tenere. E vi ritroviamo naturalmente la magia del Natale, con il suo messaggio augurale di dolcezza e benevolenza.

 

 

 

 

Ugo Mulas

Intrecci creativi
a cura di Francesca Pola

TRAMA:

Amico dei più grandi artisti italiani del dopoguerra, fotografo e artista egli stesso, capace come nessun altro di interpretare con acutezza e profondità i lavori dei maestri prediletti (da Fontana a Pistoletto, da Consagra a Melotti), Ugo Mulas (1928-73) non è mai stato raccontato da un’opera monografica.
Questo volume, curato da Francesca Pola in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas, mette a fuoco il suo inedito approccio, speculativo e interpretativo (che egli stesso definiva di “reportage critico”), nei confronti dei suoi soggetti e le strette connessioni tra il suo lavoro e quello degli artisti italiani più significativi degli anni sessanta e settanta, tutti impegnati a ridefinire radicalmente i concetti di spazio e materia, oggetto e ambiente.
Accanto ai suoi scatti, vengono accostate per la prima volta le immagini di alcune opere della sua collezione personale (Fontana, Pistoletto, Melotti, Consagra) in un intreccio appassionante che rende conto anche dell’effervescenza e dell’intensità creativa di quella stagione. Nel libro si alternano e si rincorrono immagini inedite e altre che sono diventate parte del nostro bagaglio visivo, come le fotografie di Fontana intento a forare e fendere le tele dei suoi Concetti spaziali, Melotti, fra i suoi enigmatici Sette Savi (1970) e Pistoletto, tuba in capo e barba nerissima, arrampicato sui trampoli fra i suoi quadri specchianti. Il risultato è un’incredibile galleria di personaggi, discipline, spazi e esperienze che hanno caratterizzato il contesto culturale e creativo dell’Italia degli anni sessanta e settanta, catturato dallo sguardo privilegiato di uno dei suoi più grandi interpreti.

 

 

 

 

Il cervello di Kennedy

traduzione di Barbara Fagnoni
di Henning Mankell

TRAMA:

Louise Cantor ha sempre vissuto sul fondo di buche polverose, china su cocci di vasi che cerca di ricomporre concentrata sulle tracce del passato. Al rientro in Svezia dopo un’intensa campagna di scavi nel Peloponneso viene però violentemente raggiunta dal presente, che la costringe a distogliere lo sguardo dai reperti cui ha dedicato la sua vita di archeologa per rivolgerlo a una realtà che la fa precipitare in un abisso. Henrik, il figlio che era tanto impaziente di rivedere, è morto nel proprio letto. Pare abbia ingerito una forte dose di sonniferi ma, anche se per la polizia si tratta di suicidio, Louise è convinta che qualcuno lo abbia ucciso. Per lei comincia così una dolorosa indagine personale che ripercorre le ultime tappe della vita di un figlio che si rende conto di non aver conosciuto veramente. Tra le sue carte, Louise trova indizi che portano all’Australia, a un indirizzo segreto di Barcellona e a un solitario villaggio del Mozambico. Trova anche le lettere di una fidanzata di cui lei non ha mai saputo e – cosa ancor più sconvolgente – un accurato dossier sulla sparizione del cervello del presidente Kennedy dopo l’attentato di Dallas. Perché Henrik era ossessionato da quella vecchia storia? È possibile che ci sia un legame con la sua morte e con il mondo corrotto e spietato creatosi intorno alla tragedia dell’Aids, come alcuni documenti lasciano supporre? Affaristi senza scrupoli che commerciano in sangue infetto, ricercatori impegnati in esperimenti illegali, contrabbandieri di farmaci, persone pronte a tutto pur di tenere nascosta la verità: nella sconcertante ricerca di Louise Cantor, ritroviamo tutti i temi cari all’autore svedese che meglio di ogni altro ha saputo raccontare i crimini del nostro tempo e la complessità del continente nero.

 

 

 

 

Caterina de’ Medici

di Alessandra Necci

TRAMA:

Sovrana dotata di incomparabile ingegno, Caterina de’ Medici è una delle figure più straordinarie del Cinquecento. Mal compresa e avversata da contemporanei e posteri, la sua personalità complessa si presta a innumerevoli e controverse interpretazioni. Tra luci e ombre, Alessandra Necci restituisce un ritratto inedito di una geniale mente politica, che sembra incarnare il Principe al femminile, capace di trovare un equilibrio tra Fortuna e Virtù, maestra nel valorizzare le caratteristiche della patria d’origine, l’Italia rinascimentale, e le opportunità offerte dalla
patria d’adozione, la Francia dei Valois.
Nata a Firenze nel 1519, rimasta orfana, dopo un’infanzia di privilegi e sofferenze arriva a Marsiglia nel 1533 per sposare il secondogenito del re Francesco I, Enrico di Valois il quale, però, non ha occhi che per la sua amante Diane de Poitiers.
La consapevolezza di dover contare solo sulle proprie forze la rende imperscrutabile e guardinga e ne esalta la capacità di autocontrollo, l’intelligenza politica, la tenacia; talenti compresi unicamente dal suocero.
Dopo anni di subalternità, «la Fiorentina» si prende la sua rivincita quando, scomparso Enrico, governa in nome dei figli ancora piccoli. Il suo regno durerà circa trent’anni, insanguinati dalle guerre di religione fra cattolici e ugonotti: anni durante i quali, spinta dalla volontà di pacificare il paese e rafforzare il potere della Corona, viaggia, tesse rapporti e alleanze, mette in scena a corte «la rappresentazione della regalità», ponendo le basi per la nascita della Francia del Grand Siècle.
Tra vicende personali di una figura cardine della storia europea e intrighi dinastici, lo stile inconfondibile e l’abilità narrativa di Alessandra Necci fanno rivivere il clima di un’intera epoca.

 

 

 

Fedra di d’Annunzio

Dall’Ellade all’interpretazione del mito
prefazione di Annamaria Andreoli
di Carlo Santoli

TRAMA:

Il saggio, muovendo dalla riscoperta dell’Ellade, analizza l’arte e la messa in scena di Fedra al Teatro dell’Opera di Parigi, il 7 giugno 1923, in cui il mito diviene archetipo, metafora e codice interpretativo dell’innovazione drammaturgica. I suggestivi scenari di Léon Bakst, venati da un’atmosfera di poesia e di sogno, ricostituiscono un’epoca lontana che lo spettatore, affascinato, rivive virtualmente, comunicando con l’ambiente ampio e profondo del Palazzo di Teseo, muovendosi liberamente nelle accoglienti dimensioni della dimora, culla delle proprie origini e fiction di un immaginario “possibile”. Questa singolare esperienza di un’identità ritrovata assurge a funzione paradigmatica, dal momento che l’autore l’addita al pubblico perché sia ripetuta come “esempio” da imitare. Di qui il valore dell’opera di d’Annunzio e la sua originale “poetica figurativa”.

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