Libro Alcolico: Kitchen di Banana Yoshimoto

Buona sera lettori,
bentornati a questo ennesimo appuntamento con l’articolo della nostra rubrica “Libro Alcolico”.
Questa sera ho deciso di variare un po’ il nostro solito abbinamento, ma non preoccupatevi sarà soddisfacente lo stesso, soltanto che sarà un abbinamento adatto per un pubblico più grande e magari più intenditore, ma ciò non implica che chiunque può cambiare e provare nuovi abbinamenti! Anzi io cerco sempre di farvi provare nuovi gusti e sapori.
Ma andiamo a scoprire il libro di cui parleremo questa sera.
Il romanzo che vi presento è Kitchen di Banana Yoshimoto, ma andiamo a conoscerlo meglio…

 

 

 

 

 

Titolo: Kitchen

Autore: Banana Yoshimoto

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa

Pagine: 160

 

 

 

 

TRAMA:

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…”. Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, “Kitchen”. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, e rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la famiglia si può non solo scegliere, ma anche inventare. Così il padre del giovane amico Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all’attenzione del pubblico italiano mostrando un’immagine insolita del Giappone , con un linguaggio fresco e originale, quasi una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga

 

 

Banana Yoshimoto è lo pseudonimo di Mahoko Yoshimoto, figlia di un importante filosofo e critico giapponese e sorella di una stimata disegnatrice di anime. 
Kitchen è  il suo primo libro. Quando fu pubblicato in Giappone fu letteralmente un successo editoriale e se ne trassero degli adattamenti cinematografici e televisivi. Pubblicato nel 1988, venne tradotto in Italia soltanto nel 1991.
Da allora per il pubblico di lettori italiani Banana Yoshimoto ha avuto grandi attrative, come altri scrittori giapponesi.
Questo libro narra la storia di una ragazza che, rimasta orfana, viene ospitata in casa da un suo amico e da sua madre. Questa esperienza le permette di riflettere sul proprio futuro e sulle sue intenzioni, arrivando alla decisione di lasciare gli studi e dedicarsi alla cucina. Ciò non solo per il piacere che le procurava cucinare, ma per cercare in un certo senso di ricreare quell’aria e quelle sensazioni di famiglia che aveva vissuto prima che la nonna morisse.
Lo scrivere della Yoshimoto è giovane e fresco, utilizza un lessico attuale e si ispira al mondo fantastico e parossistico dei manga, supportandolo però con cultura e intelligenza, rendendo la sua storia verosimile per quanto al limite dell’assurdo. Ciò non fa altro che avvicinare ed invogliare il lettore a continuare la lettura per scoprire che cosa succede man mano nella storia. Qui la protagonista non è soltanto Mikage ma il lettore stesso che tramite le emozioni suscitate dal romanzo e dalla lettura si fa coinvolgere fino a rendere propria la storia, dando a suo modo la reinterpretazione dei fatti avvenuti nel libro.
La scrittura di Banana Yoshimoto è una scrittura vulcanica, che le permette di trattare i temi della morte, della solitudine, dell’amicizia, dell’omosessualità e dell’amore con leggerezza e allo stesso tempo semplicità. La storia personale del lettore diviene protagonista, colmando gli spazi vuoti lasciati dalla scrittura minimale dell’autrice nipponica balzata subito agli onori letterari.
L’abbinamento particolare di cuoi vi avevo accennato all’inizio è che al posto della vino, oggi l’abbinamento  è con il Blended Wisky Yamazakura di Sasanokawa Shuzo.

 

 

 

 

Nome: Yamazakura Wiskey

Formato: 0.7 L

Alcol: 40%

Temperatura di Servizio: 18/20 °C

 

 

Quando ho scelto questo romanzo mi sono arrovellata molto per scegliere il giusto vino da abbinare, non ne trovavo uno adatto o che secondo il mio modesto parere si abbinasse bene alla storia e alla scrittrice.
Quasi per caso mi sono imbattuta in questo superalcolico o  distillato, si avete capito bene, l’abbinamento di oggi è con una bottiglia di whiskey, certo non si abbina ai gusti di tutti ma si abbina perfettamente al nostro romanzo.
Il Blended Whisky Yamazakura della Sasanokawa Shuzo, composto da una miscela di mais (80%) e malto d’orzo (20%), è invecchiato per almeno 16 anni in botti ex-bourbon. Sontuoso e carezzevole, è un gioiello per veri intenditori.

 

Note di degustazione del vino:


Nel bicchiere il Whisky ha un bel colore dorato, con alcuni riflessi ambrati.
Al naso sprigiona un odore intenso, con note predominanti di agrumi, noce di cocco, vaniglia, pane tostato e anche di liquirizia.
In bocca è morbido, setoso e lascia dietro di sé un finale speziato e lungo.

 

Abbinamenti (oltre che con il libro):

 

Come penso si sia capito, questo distillato, non si abbina a nessun cibo o aperitivo ma è l’ideale da gustare a fine serata o pasto con persone che lo apprezzano. Certo il prezzo di questo prodotto non è facilmente reperibile e commerciabile come una bottiglia di vino.

 

La distilleria:

 

Fondata nel 1765, la Sasanokawa Shuzo è una distilleria con sede a Koriyama, nella prefettura di Fukushima, originariamente specializzata nella produzione di sake e shochu. Se il primo è noto ai più, il secondo è un distillato che, a seconda della regione di produzione, può essere realizzato con orzo, patate dolci, riso, sesamo, frumento o zucchero di canna; è tra le bevande più antiche del Giappone e l’isola di Kyushu ne è considerata la patria.
La distilleria, però, dal 1946, produce anche Whisky, coniugando le peculiarità della tradizione giapponese a quelle della modernità. La produzione di Whisky, in Giappone, iniziò intorno al 1870, ma la prima produzione commerciale risale al 1924, anno in cui aprì la prima distilleria del paese; capaci di lasciare a bocca aperta ogni intenditore, i Whisky giapponesi sono creati con particolare attenzione alla morbidezza, utilizzando i vecchi metodi di distillazione ormai quasi del tutto abbandonati dai loro maestri scozzesi.
In meno di un secolo i Whisky giapponesi hanno raggiunto la vetta della qualità, tanto da esser premiati al San Francisco World Spirits Awards e al World Whiskies Awards; il clima mite, le numerosi sorgenti e la presenza di torbiere, contribuiscono a plasmare Whisky delicati, profumati, a volte affumicati nello stile dell’ Islay Whisky.
In particolare, la Sasanokawa Shuzo, è nota soprattutto per lo Yamazakura, Blended Japanese Whisky il cui nome deriva dalle parole giapponesi yama, montagna, e sakura, ciliegi; intenso, con note di agrumi, noce di cocco, vaniglia, pane tostato e liquirizia, questo Whisky è composto da una miscela di mais (80%) e malto d’orzo (20%) ed è invecchiato, per almeno 16 anni, in botti ex-bourbon.
La sua eccellente qualità invita, sicuramente, a scoprire non solo gli altri prodotti della Sasanokawa Shuzo, ma anche tutti gli altri distillati del Sol Levante, soprattutto considerando che, nel 2014, il miglior Whisky del mondo è stato proprio uno giapponese.

 

Concludo, anche per questo sabato, il nostro appuntamento settimanale invitandovi a tornare la prossima settimana per scoprire nuovi abbinamenti, nuove letture e nuovi sapori. Perché ricordatevi non si finisce mai di imparare nella vita!
A presto,


Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...