“Se io fossi un angelo” di Stefano Centrone – Recensione

Buon pomeriggio Tuf- lettori
So che il nomignolo è davvero strano, ma tra i due proposti è stato quello che ha avuto più like su instagram e quindi…. Beh, è carino ^_^
Ma siamo qui per parlare della nostra nuova collaborazione con l’autore Stefano Centrone e di uno dei suoi tre libri, una piccola trilogia omaggio a un grande poeta, cantautore, uomo italiano.
Oggi vi parlerò di Se io fossi un angelo di Stefano Centrone, appunto, il primo libro omaggio a Lucio Dalla.

 

 

 

Titolo:  Se io fossi un angelo

Autore: 
Stefano Centrone


Editore: 
Edith Edizioni


Genere:
  Narrativa


Serie:
Se io fossi un angelo#1


Pagine:
88


Data di uscita:
2014


Finale:
Aperto

 

 

 

Uno dei tre volumi dedicati al grande Lucio Dalla, morto il 1 marzo del 2012. Una raccolta completa di tutti i suoi testi musicali, edita da ‘Edith Edizioni di Reggio nell’Emilia’.

 

Ammetto che per me è stato strano leggere questo libro, non tanto perché fossero delle poesie, ma perché ahimè, affermo che non amavo Lucio Dalla se non qualche canzone e quindi leggere un libro dedicato a lui è stato a tratti difficile. Nonostante la premessa non fosse positiva, ho continuato a leggere le pagine in modo veloce, comprendendo in parte ciò che l’autore voleva dimostrare pubblicandone il volume.  Per me è stato come iniziare un lungo viaggio, sì partendo dagli inizi, dagli esordi di Lucio Dalla fino ad arrivare alla fine con il terzo e ultimo volume.
Ma entriamo più nel dettaglio…

È una strofa ricca di significato, ci lascia tantissime emozioni e ci fa riflettere perché qui non abbiamo solo il dolore, la speranza ma anche l’attesa. Momenti e sentimenti che s’intrecciano, che formano una dolce melodia con un sapore amaro e infinite emozioni. Molte delle sue canzoni hanno queste caratteristiche, un filo conduttore che li porta in un viaggio, narrando momenti di vita, amore, dolore, delusione e speranza. Ma in questa strofa il tutto viene risaltato di più, sentimenti più forti nascono quando afferma che anche l’ultimo fiore è bruciato, che si sente solo in un mondo che tace. Sapete, soprattutto la 5 riga in poi mi ha fatto davvero un certo senso perché è come se Dalla volesse dire che il mondo vede le cose e non fa nulla per cambiare, che non parla per difendere e… Sarà solo una mia impressione ma questo mi ha messo i brividi. Perché? Beh, basti pensare a tutte le notizie che si sentono oggi e… beh, questa frase cade a pennello. Eppure, nonostante questo ci viene detto che c’è una speranza, che nonostante i tutti se e i perché si ritorna a vivere e si ritrova quella pace cerca e attesa. La pace che può avere tanti significati, ma quello a cui l’accomuno io e la pace verso se stessi, la consapevolezza di essere importanti, qualsiasi cosa il mondo e la società tacciono e contrastano.

Ho voluto portare questa in evidenzia perché nonostante fosse buffa, termini molto semplici e un modo di fare per certi versi bambino, mi sono trovato in questa canzone. L’amore visto sotto questo punto di vista è quello che si prova quando si è giovani, quell’amore che sembra non deluderci mai, che per noi è essenza di vita, lo stesso che molte volte ci fa diventare folli. Questa canzone mi ha colpito perché mi ha ricordato tanto una me più bambina, una me innamorata e ingenua e penso che quelle sono momenti di vita che, seppure ci lasciano il segno ci fanno credere che un giorno le ricorderemo con gioia. Beh, sì… più o meno è così, eppure mi ha colto così alla sprovvista che, dopo un momento iniziale di risate incontrollate mi sono fermata e mi sono detta “ma che ridi? Questa canzone ti si addiceva” e poi partono i flashback fino ad arrivare ad oggi, a un’età più matura e una maggiore comprensione dell’amore. Non so se preferivo rimanere in quell’epoca in cui l’amore può tutto e non fa mai male o a oggi dove so cosa significa amare, perdere ed essere soli.  Lucio Dalla, potrà sempre non essere capito, ma talvolta sa perfettamente esprimere quelle emozioni che hai incastonate nel cuore.

 

E prima di concludere volevo condividere con voi altri due piccoli spezzettoni della canzone “Quale allegria”, ammetto anche che sono di parte, nel senso che mi sono rivista moltissimo in più di una strofa, ma dettagli! In questa canzone il bello è stato quello di avere due contrapposizioni, le stesse che ci affliggono nella vita, che ci fanno stare bene e in un secondo momento male, due contrapposizioni che talvolta vorremmo evitare ma che ci tengono incastonati.  Penso che le frasi che vi ho riportato hanno un doppio obiettivo, non solo farvi vedere come spesso le canzoni sono la voce dell’anima, le stesse in cui possiamo rispecchiarci, ma anche che raccontano la vita in ogni sua più piccola sfaccettatura.  In questa canzone Dalla ci ha regalato molto, ci ha fatto capire che ci sono coppie, momenti in cui siamo senza allegria ma le stesse in cui rimaniamo e c’è ne sono altre che non si ha la forza di allontanarle ma che ci fanno stare male e altre che siamo noi stessi che vogliamo farci male. Nella prima strofa c’è un verso davvero forte “esser costretti a farsi del male” , non concordo ma capisco nel senso che è sbagliato farsi del male, ma a volte non lo si fa perché si hanno scelte ma perché è quello che ci fa sentire vivi. Non è mai una soluzione farsi del male, ma ci sono situazioni che vanno affrontare, analizzate singolarmente e non farne di tutta l’erba un fascio perché c’è tanto da capire prima di giudicare e… si, è quello che in un certo senso ho pensato io leggendo questa canzone. 

 

 

 

La parte che mi ha fatto ridere, fatto sentire capita è stata la seconda strofa quando dice che con allegria si fa finta di tutto pensando che c’è gente con i tuoi stessi problemi, ammetto che mi sono messa a ridere, mi sono fermata a riflettere e mi sono accorta che era vero. Potremmo non volerlo ammettere, ma non siamo gli unici a soffrire d’amore, solitudine, vecchiaia ecc… siamo un mondo pieno di persone con gli stessi problemi, le stesse emozioni solo che spesso tendiamo a non vederle.
Una delle cose che mi ha conquistato del libro è stato inserire qualche volta anche le cover degli album, vedere quello che in un certo senso rappresentavano per Dalla e per i suoi fan. Una cosa che ho apprezzato perché mi ha fatto sentire più parte di questo viaggio, invece una piccola pecca a mio avviso erano i titoli delle canzone senza testo.  So perfettamente che non sempre è possibile ritrovare vecchi testi, stesa cosa che anche Stefano Centrone aveva detto all’inizio, ma a mio avviso sarebbe stato più carino non mettere affatto, tutto al più nel finale riservare una parte a tutte quelle canzoni senza testo. Diciamo che in questo caso ho leggermente giudicato l’impaginazione e ciò che trasparisse agli occhi del lettore.
Nonostante questo è stato un bellissimo inno a un grande cantante.
Un ricordo che rimarrà per sempre vivo, così come lui avrebbe voluto.

 

A presto,

La mia valutazione…


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