Il segreto del manoscritto di Gesù di Nazareth di Franco Gargiulo – Recensione

Buon pomeriggio lettori,
bentornati sul nostro blog! Oggi vi voglio parlare di una nuova collaborazione editoriale che abbiamo cominciato. Stiamo collaborando con la casa editrice Carello Editore e ci ha proposto di leggere un paio dei suoi libri. Oggi vi voglio presentare il libro che ho letto e recensito per conto loro e s’intitola Il segreto del manoscritto di Gesù di Nazareth di Franco Gargiulo, ha anche un sotto testo che dice: “Il manoscritto della passione di Gesù di Nazareth scritto d lui e ritrovato in una necropoli della penisola sorrentina”.
Ma andiamo a conoscere più da vicino questo libro…

 

 

Titolo: Il segreto del manoscritto di Gesù di Nazareth

Autore: Franco Gargiulo

Editore: Carello Editore

Genere: Narrativa religiosa

Serie: No

Pagine: 96

Data di uscita: 1 novembre 2018

Finale: Autoconclusivo

 

 

 

 

 

In un’antica necropoli nella penisola sorrentina, viene scoperto un rotolo composto da Gesù il quale aveva affidato tale manoscritto al discepolo presso cui era stato ospite a Emmaus. Il segreto del manoscritto di Gesù di Nazareth è la storia degli ultimi giorni di vita del Nazareno, raccontata da lui stesso.

 

 

 

Quando abbiamo iniziato la collaborazione con questa casa editrice ci aspettavamo che, come capita molto spesso, ci mandassero dei PDF da leggere, ma invece la casa editrice Carello ci ha mandato cinque volume dei loro autori in formato cartaceo da leggere e recensire.
Siamo rimasti piacevolmente sorpresi sia dalla loro fiducia sia dai libri proposti.
Oltre ad alcune raccolte di poesia ci sono stati recapitati due libri a tema religioso, che anche se si discostano molto dalle nostre solite letture sono stata ben felice di iniziare a leggere.

 

Ad aumentare la mia fama, avevano contribuito i tanti miracoli operati: ho donato la vista ai ciechi, ho scacciato i demoni, ho tramutato l’acqua in vino, ho richiamato in vita i morti. Questo mio prodigarmi per lenire le sofferenze di tanti, se da un alto aveva fato sì che la gente mi amasse, dall’altro aveva suscitato il timore dei potenti i quali temevano che il popolo potesse ribellarsi e proclamarmi re: per questo volevano uccidermi.

 
Devo dire che quando ho letto il titolo di questo libro ero molto scettica della sua veridicità ma durante la lettura mi sono dovuta ricredere. Adesso non so sè è stato solo uno stile di scrittura o una nuova reinterpretazione dei fatti accaduti durante l’ultima settimana di Gesù Cristo. Dico solamente che se ciò che ho letto, che è la traduzione di questo papiro ritrovato nella necropoli nella penisola Sorrentina, deve essere vero perchè ci sono dettagli e avvenimenti che non si riscontrano in nessuna delle Sacre Scritture; quindi a chi sta leggendo questa recensione avverto di farlo con la chiave che tutto ciò è reale e vero.
Il libro si apre con la presentazione di come sia stato scoperto questo papiro e di come un professore abbia passato i suoi ultimi anni ha tradurre questo papiro dall’ebraico, dopo di che l’autore lascia la parola al testo tradotto.
Già dalle prima pagine, ma che dico dalla prima riga, si capisce che se non è stato lo stesso Gesù a scrivere queste pagine deve essere stato qualcuno di molto vicino a lui, ma solo quando ci addentriamo nella lettura il dubbio ci lascia perchè ci sono dettagli, avvenimenti ed emozioni che solo lui poteva aver provato e scritto.

 

 

Io ed i miei amici proseguimmo lentamente, perchè volevo ammirare per l’ultima volta e fissare bene nella mente l’immagine di quei luoghi che mi avevano visto crescere. Sapevo che non li avrei più rivisti. Qualcuno mi fece notare che un’ombra di tristezza velava il mio viso magro, una malinconia che oscurava il lieve sorriso che sempre era possibile scorgervi. 

 

 

Il suo rapporto con i discepoli, con la madre e con tutta la gente che lo seguiva ma ancora di più la paura dell’ignoto e allo stesso tempo la paura per ciò che deve avvenire perchè lui già sa che destino lo aspetta a Gerusalemme, sa anche che Giuda lo tradirà ed in alcuni punti avverte il lettore di quello che accadrà, dopo la sua morte, ai suoi discepoli.
Lui sa che dopo la sua morte i cristiani avranno molti momenti duri, sia per colpa dei romani che li perseguiteranno sia per la divisione che avverrà, come sa anche che la sua amata Gerusalemme verrà rasa a suolo dai romani molti anni dopo la sua morte.
E come vi dicevo all’inizio di questa recensione sono proprio tutti questi dettagli, che all’apparenza possono sembrare insignificanti che ci fanno capire che deve essere stato proprio lui a lasciare questo papiro per raccontarci i suoi ultimi momenti di vita.
La cosa che mi ha stupito e che non mi aspettavo di rimanere così coinvolta da questo libro, come da cristiana avevo già letto varie volte i vangeli e la passione di Gesù ma qui, in questo racconto si avverte in modo netto la divisone tra il Gesù umano e il Gesù divino. Ma è meglio che vi spiego più chiaramente la situazione.

 

Prendemmo posto e recitammo una preghiera. Si respirava un’atmosfera di serenità, di amicizia. Ero felice di trascorrere quell’ultima sera in compagnia dei miei discepoli che tanto avevo amato, benchè mi dispiacesse dovermi separare da loro; a consolarmi vi era il pensiero che presto mi sarei riunito al Padre celeste dopo aver compiuto la missione affidatami. Quella sera, avrei parlato ancora una volta, l’ultima, a quei dodici apostoli, esortandoli a non temere di essere abbandonati perchè io sarei rimasto sempre al loro fianco, invisibile, come l’Angelo custode che accompagna il cammino di ogni uomo. Erano tutti intorno a me, come pulcini intorno alla chioccia; guardandoli uno ad uno, dissi: “Desideravo tanto mangiare questa Pasqua con voi prima che io patisca. Vi dico infatti che più non la mangerò fino a che essa sia compiuta nel regno d’Iddio”. 

 

 

Questa sorta di divisione, come vi dicevo prima, che si avverte tra le pagine del manoscritto non fa altro che affermare la tesi che è stato lo stesso Gesù a scrivere questo papiro, perchè ci sono molte emozioni che solo lui poteva aver provato in quei momenti.
Gesù sà del destino che lo aspetta a Gerusalemme, sa anche che è ciò che suo padre si aspetta da lui, infatti a dispetto della madre, Maria, che lo esorta a non andare a Gerusalemme perchè non è una città sicura per lui, Gesù si incammina lo stesso perchè è suo dovere farlo.
Ma allo stesso tempo vediamo che mentre lui cammina per raggiungere Gerusalemme e festeggiare lì la Pasqua dei dubbi e delle paure lo assalgono, come è normale che sia, ma grazie alla presenza dei suoi discepoli e delle preghiere riesce sempre a far passare quei momenti in cui il corpo dell’uomo si “ribella” al destino che lo aspetta.
Non vi racconto altro per non parlarvi di tutto il romanzo, consiglio il libro solamente a chi lo può apprezzare perchè non è un genere predefinito ma allo stesso tempo ritengo inopportuno consigliarlo a chi non è religioso o non apprezza la religione è un libro particolare e quindi chi lo acquista e lo legge lo deve apprezzare.
Come sempre spero che le nostre recensioni vi attirino alla lettura noi ci rivediamo presto con tanti nuovi libri!

 

A presto,


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