Buona sera a tutti,
nonostante il caldo, la stanchezza e le poche ore di sonno io sono sempre qui a rendervi piacevoli le vostre giornate o… Beh, almeno lo spero.
Il libro di cui vi parlerò è un unione perfetta tra cucina e libro, una giusta amalgamazione che rende piacevole la lettura e senza dubbio ti fa venire voglia di cucinare e di provare quelle ricette che il libro ti suggerisce. Ho trovato l’abbinamento cucina- romanzo in modo davvero in modo meraviglioso, un abbinamento curioso e originale.
Di cosa sto parlando? Beh, la recensione di oggi è “Piccole donne in cucina” di Elisabetta Chicco Vitzizzai edito da Il leone verde edizioni, la prima collaborazione con questa casa editrice, la prima di molte ovviamente speriamo.
Titolo: Piccole donne in cucina
Autore: Elisabetta Chicco Vitzizzai
Editore: Il leone verde edizioni
Genere: Narrativa straniera
Serie: No
Pagine: 144
Data di uscita: 2012
Finale: Chiuso
Nella vita domestica della famiglia March, ritratta nel capolavoro di Louisa May Alcott, Piccole donne, e nel suo seguito Piccole donne crescono, non mancano pagine esilaranti sugli esperimenti ai fornelli, volonterosi e problematici, di Jo e di Meg come sugli inviti a pranzo, in grande stile ma sfortunati, della piccola “lady” Amy, mentre solo la timida Beth sembra trovare soddisfazione nell’attività casalinga, tanto da meritare dalle sorelle l’appellativo di “angelo del focolare”.
La vita in casa March offre però un’immagine alquanto idealizzata di quella che fu la vita della Alcott e dei suoi famigliari, travagliata dalla povertà e messa spesso a repentaglio dall’esagerato idealismo del padre. Quell’Amos Bronson radicalmente vegetariano, maniaco di uno stile di vita ispirato ai canoni della “purezza” di anima e corpo e tutto preso dalla necessità di propagandare le sue convinzioni filosofiche in giro per il mondo, a costo di trascurare il benessere di moglie e figlie.
Ripercorrendo i punti salienti del duplice romanzo e della vita della sua autrice, il tema del cibo affiora in questo libro nella sua quotidianità e viene indagato nella sua specificità storica, con il recupero di molte ricette in uso nella cucina statunitense dell’Ottocento (rese tuttavia di facile attuazione anche oggi) e in particolare di quella tradizionale del New England, dove visse la famiglia Alcott e dove sono ambientate le vicende delle quattro sorelle March.
Ricorda quando l’estate di molti anni fa durante le ore calde le passavo a leggere libri, il primo dei tanti che ho letto è stato proprio piccole donne, ho conosciuto così la Alcott in un modo quasi strano e buffo. Ero stata attirata dal titolo e quando l’ho preso in mano e ho iniziato a leggerlo l’ho praticamente divorato.
È stato bello entrare nella famiglia March, nello loro vite e scoprire la bellezza di queste 4 sorelle che, seppure simili, condividendo lo stesso DNA era diverse l’una dall’altro. E’ stato un rivivere uno dei grandi classici, ritornare per un po’ bambina e ricordare quell’estate di tanti anni fa quando lo lessi.
Cosa ha fatto la scrittrice Vitzizzai? Ha avuto un idea originale è meravigliosa. Lei ha unito il classico Piccole donne rivivendo alcune delle scene più belle e allo stesso tempo ha abbinato ricette e piatti che erano presenti nel testo e che, magari noi non davamo il giusto peso. Ho davvero letto il romanzo con piacere, ma andiamo ad analizzare di più questo incredibile libro.
Ho deciso di aprire con questa frase perché penso che sia una delle più belle e che in un certo senso da l’opportunità a noi di ricordare quelle pagine e quei momenti che abbiamo vissuto con la famiglia March. Elisabetta Vitzazzai per conquistare il lettore ha avuto questa idea di intrecciare il tema di una famiglia con ricette, cibo e piatti che erano presenti nell’ottocento.
La prima cosa che ho notato era la differenza di cibo, pur se erano una delle famiglie benestanti ho notato quante cose sono cambiate, a quanto agio abbiamo adesso. Questa frase mi ha fatto sorridere perché è ciò che pensiamo tutti, soprattutto quando si è bambini che non si aspetta l’ora che arrivi il Natale solo per aprire i regali, ma in questa situazione qualcosa cambia.
Mi piace la visione che ci è stata data che, nonostante loro avessero ricevuto i loro regali dovevano pensare anche a chi non li aveva ed è stato bello che la madre ha evidenziato questa cosa. Il gesto che le 4 sorelline hanno fatto verso la vicina è stato bello, un messaggio che ci fa riflettere o, meglio che dovrebbe far riflettere.
Ecco, questa frase è quello che mi ha divertito perché allo stesso tempo quello che ho pensato è stato “che grande valore la madre ha voluto trasmettere alle sue figlie”. Quella donna saggia che si è caricata sulle spalle l’intera famiglia, educare le figlie, riuscire ad andare avanti e dare loro il buon esempio.
Perché ho evidenziato questa frase? Penso che è un gesto che dovrebbero fare anche tutte le mamme moderne, mi è capitato di parlare con ragazze e sentirle dire che non sapevano fare questo o quello o, che non sistemavano nulla nemmeno la loro camera. Ecco, il motivo per cui ho voluto riportare la frase è stato appunto quello di far riflettere.
Il classico di Piccole donne, è un libro che dovrebbero leggere tutti, ti fa divertire per le battutine tra sorelle, per i battibecchi tra loro e allo stesso tempo ti fa riflettere in modo che tu non ti saresti mai aspettato. Credo di non aver riso mai tanto nel vedere Jo, Amy, Beth e Meg venire a patti con il lavoro domestici, con il dilettarsi in cucina e con l’essere donne, anzi piccole donne appunto. Un punto di vista che oltre al farci rivivere quel momento ci ha portato alla scoperta di nuove ricette, di lezioni di storia che a molti sfugge perché si sa… la storia è noiosa, ma di certo non come l’ha curata l’Alcott e la Vitzizzai.
La più grande lezione di vita? Seguire il cuore ma ragione bene con la testa, eppure se persino la ragazza più “folle” di Jo ha trovato il suo modo per esistere, quel suo lato di vedere le cose possiamo farlo tutti. Beh, di Meg per lo più ci si aspettava quella visione di vita, il suo essere composta e molto nobil donna, di Beth invece ci ha leggermente meravigliati ma abbiamo continuato a seguirla, ed Amy, la piccola della casa che per la sua età si è dimostrata molto matura.
Cosa mi ha conquistato? Ogni cosa, l’abbinamento cibo- libro, la lettura che procedeva scorrevole dove non si vedeva la differenza tra il classico della Alcott e la visione di Vitzizzai. In quale delle sorelle mi ci rivedo? Non posso mentire in tutte e quattro perché ognuna di esse ha parti del mio carattere, scelte che ho condiviso e sentimenti ed emozioni che ho provato sulla mia pelle.
E’ stato come tuffarsi in un mondo conosciuto e allo stesso tempo viverne un altro senza essere a conoscenza di quello precedente. Ma come possiamo parlare di tutto è non di Abagail, la donna che è stato il pilastro della famiglia March, la stessa che ha saputo dimostrarsi migliore dell’uomo, con la stessa grinta e forza, anzi avendo qualcosa di più che al marito mancasse.
Oh, anche lei ci ha insegnato tanto, ci ha permesso di riflettere attraverso le sue lezioni di vita e ci ha fatto capire che la vita può lanciarti una palla curva, distruggerti e buttarti a terra, ma tu sarai più forte di ogni cosa, ti rialzerai e lotterai perché devi vivere per fare della tua vita un capolavoro. Beh, può essere un semplice lavoro da domestica, donna di compagnia o sposare un uomo facoltoso e riuscire a stare in società con dignità, onore e rispetto.
Si vede che Elisabetta Chicco Vitzizzai ha fatto delle ricerche perché i suggerimenti di cibo, le ricette che affiancano i vari capitoli o spezzettoni di momenti vissuti in piccole donne sanno ricercate e ben studiate.
Consiglio questo libro a tutti gli appassionati di cucina, del genere dei classici e per chi ha voglia di tornare bambina/o ancora una volta.
Il leone verde con la collana Leggere è un gusto! ha fatto centro, perché pur se ha visto libri già letti e conosciuti li ha portati sotto un’ottica diversa e originale.
Il mio consiglio e di leggere i libri di questa collana, di vivere alcuni dei vostri libri preferiti e poi…s e ad essi vengono abbinate anche delle ricette… Beh, di certo non è un male, no?! 😉
A presto,
La mia valutazione…
