Libro Alcolico: Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach

Buona sera readers,
eccoci giunti al nostro appuntamento settimanale con la nostra innovativa rubrica “Libro Alcolico”.
Per l’appuntamento di oggi vi consiglio un libro e un vino adatti all’arrivo del caldo estivo e naturalmente tutto ciò mentre voi vi concedete una pausa!
Il libro di cui andiamo a parlare oggi è Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach.
Ma andiamo a scoprire qualcosa di più su questo romanzo…

 

 

 

Titolo: Il gabbiano Jonathan Livingston
Autore: Richard Bach

Editore: Rizzoli


Genere: Narrativa


Pagine: 112

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TRAMA:

Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica. E con Jonathan il lettore viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà.

 

 

 

Come vi dicevo ecco un libro adattato alla stagione estiva!
Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach racconta la storia di un gabbiano che amava il volo più di ogni altra cosa, più della sua famiglia, più del cibo, più dello stormo, persino più di sé stesso. Questa grande passione lo portò a sperimentare tecniche e conquistare altezze sempre più ardite. Certo, dovette fare i conti con il fallimento: dopo un brutto incidente credette perfino che arrendersi fosse la soluzione, ma ripresosi ricominciò a volteggiare, finché il suo stormo lo cacciò.
Libero dalla paura degli altri gabbiani, ma solo, continuò imperterrito il suo addestramento, quando si ritrovò in un’altra dimensione che pensava essere il paradiso. Pochi erano i gabbiani che vi si trovavano. Imparò tantissimo, apprese addirittura a spostarsi col pensiero. Capì che quello non era il paradiso e capì che non era nemmeno un posto fisico, ma una condizione mentale di libertà e conoscenza.
Si rese conto che la Terra e i gabbiani che la abitavano gli mancavano, e voleva diffondere la sua conoscenza ad altri giovani ambiziosi. Scese, quindi, sulla Terra e insegnò ad altri ciò che sapeva. Quello che aveva imparato da giovane sulla noia e la paura che rendono noiosa e breve la vita di un gabbiano era sempre vero, scoprì però che c’erano molti più gabbiani desiderosi di imparare. Tra tutti un allievo, al quale lasciò il comando di uno stormo, per andare a cercare altri gabbiani ispirati.
Leggendo questo volume si capisce che il vero limite dell’uomo sta nel superare le proprie paure.
Il gabbiano Jonathan Livingston lascia dietro di sè temi molto importanti come la voglia e l’umiltà dell’apprendimento, il valore dell’amicizia e del rispetto, rendono questo libro perfetto per ogni tipo di persona che si accinge alla lettura.
Il bambino che leggerà il libro magari vedrà solo il lato fiabesco della storia ma per gli adulti, a cui lo consiglio, che lo leggeranno sveleranno le mille e più metafore che l’autore ha inserito nel libro per far apprendere al lettore una lezione molto importante.
Ma andiamo a svelare il prezioso abbinamento di quest’oggi!
Visto il particolare libro e l’avvicinarsi sempre di più del caldo estivo ho voluto consigliare un Sicilia Grillo DOC “SurSur” 2018 di Donnafugata.

 

 

 


Vino: Sicilia Grillo “Sur Sur”
Annata: 2018
Denominazione: Sicilia DOC
Vitigno: grillo 100%
Alcol: 13%

 

 

 

 

 

Ho scelto questo vino, perchè oltre che essere un vino molto fresco da bere e quindi adatto all’estate, richiama molto l’ambientazione del libro, non solo per la cantina dove è prodotto ma anche per il sentore di mare che si percepisce. Ma andiamo a conoscere meglio questo vino che ne dite?
Il Sicilia Grillo DOC “SurSur” 2018 è il nuovo monovarietale di Donnafugata: un Grillo in purezza, capace di racchiudere in sé tutte quelle caratteristiche tipiche di questo vitigno così straordinario. Dalla freschezza ad una certa rotondità, fino ad una profondità non comune. Un vino bianco da bere, naturale compagno della tavola grazie anche ad una spiccata componente salina. Per volare con la mente al mare, in Sicilia.

 

Note di degustazione del vino:


Il colore del vino nel bicchiere è di un bel giallo paglierino brillante.
Al naso risulta molto fresco e fruttato, si distinguono bene le note di pompelmo e pesca bianca unite a sentori di erbe aromatiche.
In bocca risulta ampio, asciutto, pulito, caratterizzato da una sapidità perfettamente integrata con l’assaggio.
Il finale è buono ed ha un’ottima persistenza in bocca.


Abbinamenti (oltre che con il libro):

 

Il grillo “Sur Sur” di Donnafugata è perfetto per molti usi. Sta molto bene come aperitivo ma si accompagna bene anche con una cena a base di antipasti di mare, primi piatti vegetariani e pesce arrosto.

 

 

La cantina:

 

Guardando al panorama produttivo nazionale non è facile trovare altre realtà che in Italia si identificano in modo così profondo con il proprio territorio, come riesce a fare Donnafugata con la Sicilia. Una cantina, quella fondata negli anni Ottanta da Giacomo Rallo, che rappresenta il rinascimento dei vini non solo della provincia di Trapani e del marsalese, ma probabilmente di tutto il Sud Italia, grazie a una visione della propria terra tradizionale e contemporanea al tempo stesso. Partiamo allora dal nome, “Donnafugata”, letteralmente “donna in fuga”, che fa riferimento alla storia della moglie dell’Imperatore Ferdinando IV di Borbone, la regina Maria Carolina, la quale all’inizio del XIX secolo, quando a Napoli arrivarono le truppe napoleoniche, fuggì verso la Sicilia, trovando rifugio proprio dove attualmente si trovano i vigneti aziendali. Vigneti che oggi raggiungono un’estensione di circa 160 ettari – cui se ne aggiungono altri 178 in affitto – e che sono condotti in maniera sostenibile ed estremamente rispettosa dell’ambiente. Rispetto dell’ambiente e della natura che si ritrova anche in cantina, dove i processi lavorativi e l’uso delle tecnologie tutelano al massimo l’integrità delle uve, dei mosti e dei vini. Oggi, a oltre trent’anni di distanza dal quel lontano 1983 – anno di nascita dell’azienda – Donnafugata si divide in tre grandi zone di produzione: dalle mitiche vigne di Pantelleria alle antiche cantine di Marsala fino alla sede aziendale, la Tenuta Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia Occidentale. Da qui nascono vini capaci di raccontare l’incredibile universo sensoriale siciliano. Bianchi, Rossi, Rosati, Dolci e Spumanti: quelli etichettati “Donnafugata” sono vini caratterizzati da una qualità media impeccabile, grazie a un processo produttivo, dalla vigna alla cantina, che viene seguito scrupolosamente in ogni minimo dettaglio. Non è un caso quindi che vini come il Passito di Pantelleria “Ben Rye”, il “Chiarandà” o il “Mille e una notte”, ma anche l’“Anthilia”, il “Lumera” e il “Sedàra”, abbiano letteralmente segnato i gusti di generazioni di appassionati. Vini mitici, senza tempo.

 

 

Ecco un altro abbinamento libro e vino per il nostro consueto appuntamento, come sempre intrigante e lo spero che lo sia anche per voi, sia il libro proposto che il vino. Ci vediamo al prossimo appuntamento, mi raccomando… non mancate.

 

A presto,


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