Buon pomeriggio a tutti,
nonostante il caldo mi trovate qui, a lasciarvi una bellissima recensione su un libro che mi ha colpito tantissimo e per farlo ho acceso il ventilatore e puntato al massimo su di me e il pc. Questa recensione è la prima che faccio per la nuova collaborazione con Caravaggio Editore, la prima di molte altre e il tema del libro che tratterò è molto quotidiano e soprattutto attuale. Senza indugi quindi, oggi vi parlerò di Diphylleia. Solo l’Amore può distruggere l’omofobia di Elia Bonci.
Che ne dite… vi va di scoprire questo giovane autore?
Titolo:Diphylleia. Solo l’amore può distruggere l’omofobia
Autore:Elia Bonci
Editore:Caravaggio Editore
Genere:Romance
Serie:No
Pagine:144
Data di uscita:31 marzo 2019
Finale: Chiuso
In una gelida notte di febbraio nella città di Duluth, nel Minnesota, Aiyana si risveglia dopo tre mesi di coma, ma non ricorda nulla. Karla, la nonna, e Ben, l’infermiere che si è preso cura di lei, rimarranno al suo fianco per aiutarla a ristabilirsi e a ripercorrere le tappe del suo passato, affinché lei possa recuperare la memoria. Ed è proprio nell’inseguire e rivivere un passato doloroso che riaffiora un grande amore, non accettato. Un amore che risponde al nome di Selene. Ma l’amore non è solo sofferenza, altrimenti l’avrebbero semplicemente chiamato dolore. Questo è il messaggio profondo che l’autore ci vuole trasmettere: anche se sembrano andare nel peggiore dei modi, in futuro le cose andranno meglio.
Diphylleia è il nome di un fiore, ma non è quello di cui parlerà il libro, oh questo abbinamento con il tema trattato – l’omofobia- mi è sembrato parallelo al significato che ci lascia l’autore.
Quello che ho interpretato io è che proprio come il fiore, noto anche come fiore dello scheletro, ci permette di avere una visione più completa dell’amore, di vivere le varie sfaccettature, sia quelle che lo accettano, che lo allontanano o semplicemente lo condividono, indipendentemente da qual è la persona che si ama.
Sicuramente una parte di questo è quello che ci viene raccontato da Aiyana e Selene, all’amore corrisposto e senza riserve, a quello di Ben, che ama ancor prima di capire ciò che questo significhi e all’amore incondizionato di Karla per la nipote e quello sbagliato di un padre. Cosa ci dimostra il libro? Andiamo a scoprirlo…
Il libro ha uno stile particolare, delicato e pieno di emozioni alcuni troppo forti e altri leggeri ma ciò che capiamo sin dalle prime pagine e che questo libro d’esordio ha davvero del potenziale. La storia si apre con Aiyana che viene mal trattata, che subisce l’inferno e finisce in coma per poi svegliarsi tre mesi dopo senza ricordare niente.
Penso che questo sia stato l’inizio più difficile, ero confusa e bramavo capire chi avesse fatto del male alla nostra protagonista e credetemi che mi ha scioccato scoprirlo. Aiyana ha un carattere particolare, si fa vedere una donna forte, coraggiosa, quando in realtà è debole e vulnerabile, ma piena di sfaccettature tutte da scoprire.
Questa frase è davvero strana per molti, eppure mi sono ritrovata in questa piccolissima frazione di racconto, di una trama amplia e di un amore che lotta per venire fuori, per essere libero ed essere vissuto senza riserve.
La parte che mi ha conquistato è stato l’alone di mistero che gira intorno ad Aiyana e il suo rapporto con Selene, un personaggio primario/secondario che scopriremo ben presto nella storia. Il suo carattere è stato facile da decifrare, sa cosa vuole dalla sua vita e come ottenerlo, ma anche la sua situazione non è stata affatto facile.
Ho amato vedere il loro rapporto svilupparsi anche se penso che per quanto gli sia stato dato del tempo non hanno ricevuto quello che meritavano. La loro storia procedeva lentamente fino a quando il tutto si stravolge e avviene molto velocemente, senza lasciarci il tempo di capire.
Tra i due i caratteri che ho amato è stato quello di Selene, tuttavia alcune delle parole che ho amato sono state quelle che si sono dette Aiyana e Selene durante un litigio facendoci sentire l’ebbrezza e allo stesso tempo il freddo di quel dolore.
La parte centrale, il fulcro di questo romanzo sicuramente è l’omofobia, l’accettarsi e l’amore, ma in che visione l’autore c’è l’ha presentata? Sicuramente tra le più dure e difficili, Elia Bonci non si è solo lasciato andare, ha creato una storia in cui molti si possono rivedere perché essere omosessuale di certo non è facile.
Quello che mi fa rabbia, e che siamo nel 2019 e si sentono ancora notizie di gente che picchia gli omosessuali, che li disprezza o che li allontana e questo non posso accettarlo.
Il romanzo ci presenta una difficile verità, quello che nessuno vorrebbe sapere o ascoltare, inoltre tramite Aiyana viviamo dei momenti difficili di una giovane ragazza che si trova a mettersi in gioco, che ha una confusione della sua sessualità anche se prova ad essere come tutti. L’accettarsi è un altro fattore che l’autore tratta, ma seppure gli si avvicina molto c’è da dire che alcune emozioni e sensazioni mancano di profondità.
L’opera di Elia Bonci tratta di una delle tematiche che, ancora oggi è dibattuta, di qualcosa che la gente non capisce e che vuole cambiare tralasciando i sentimenti delle persone coinvolte e di quelle che vengono ferite durante il percorso.
In questo romanzo non si parla solo di omosessualità, di accettarsi ma anche e soprattutto di quello che avviene nella propria cerchia familiare e individuale. Uno dei rapporti che ho amato è stato quello di Karla con Aiyana, quel rapporto nonna e nipote che, seppure con qualche piccola bugia ci hanno regalato tante emozioni e un punto di vista diverso rispetto a quello che siamo abituate. Karla è un dolce personaggio, un’anziana che è combattuta tra dire la verità o nasconderla per proteggere la nipote, si sente proprio quello stato tra le due scelte e si fa presente anche il rapporto tra le due.
Le pagine rivelano passo dopo passo una rinascita della nostra protagonista, della sua voglia di lottare, vivere e di recuperare la memoria anche se sente dentro di sé un vuoto che le blocca l’aria. Elia Bonci mi ha sorpreso, mi ha sconvolto nel finale e… credetemi non mi sarei mai aspettata una stravolgimento così della trama.
Come ho detto il libro è un inizio promettente, ma allo stesso tempo la giovane età dell’autore ci ha leggermente privato della storia nel suo complesso… ho amato tutto ma non nascondo che certi sentimenti ed emozioni andavano approfondite, alcune scene sono state descritte troppo velocemente e altre troppo lentamente. Elia Bonci ha del potenziale e questo sicuramente nessuno glielo toglie.
E’ vero, il libro presenta delle pecche, ma consiglio comunque la lettura di questo romanzo perché è un modo per far aprire gli orizzonti, per allargare la mente delle persone bigotte e che nel 2019 si ostinano a non capire. È un grido, un modo di dire io ci sono e non ho paura di parlare ed è quello che dovremmo fare tutti perché ognuno può amare liberamente, può essere chi desidera senza pregiudizi perché noi siamo quello che siamo.
Prendo il termine dalla mia cantate preferita, Laura Pausini, e dal titolo del suo ultimo album Fatti sentire, non è importante chi ami, chi vuoi essere e cosa vuoi indossare. La tua voce è importante, fatti sentire!
E con questo termino la mia recensione, perché penso di essere arrivata ad una degna conclusione.
Ringrazio Caravaggio editore ed Elia Bonci per l’opportunità di questa lettura, per poter dire di essermi fatta sentire e per aver detto la mia. E se qualcuno desidera un commento più approfondito del romanzo potete trovarmi anche sul nostro canale youtube vi lascio il link QUI.
A presto,
La mia valutazione…
