Buongiorno readers!!
Oggi vi presenteremo le uscite del giorno, siamo riuscite a farcela in tempo così per dare ad ognuno di voi la possibilità di scegliere il prossimo libro da leggere.
Buon shopping!!
TRAMA:
25 anni, ex modella ribelle, Barbara non sa chi è. Sotto gli abiti femminili infatti si sente uomo. Il bisogno di definire la sua identità diventa un chiodo fisso e arruolarsi nell’esercito le sembra l’unico modo possibile. Ben presto deve destreggiarsi tra la caserma, gli allenamenti estenuanti, la divisa per nascondere il corpo di donna, la lontananza dal ragazzo che ama. E per una giovane senza ideali militari, aderire a un progetto in cui non crede è una sfida enorme e ne comprende la portata quando ormai ha messo in gioco tutta se stessa. Il soldato Barbara ha giurato, ma si troverà di fronte a un’altra scelta: rimanere o andarsene? In fondo, solo sbagliando possiamo capire chi siamo, iniziare a vivere.
TRAMA:
La piccola Yassine e il giovane Sayed sono due cugini che vivono in uno sperduto villaggio dell’Afghanistan. La loro è una terra povera e inospitale, in cui vigono leggi antiche e tradizioni millenarie. Qui i bambini sono ancora considerati delle proprietà, e le vite di Yassine e Sayed sono durissime: lavorano nei campi ogni giorno, badano alle sorelle e ai fratelli più piccoli, accudiscono capre e pecore. Ma credono alla magia dei libri e delle storie e, quando s’incontrano vicino all’antico Minareto, trascorrono intere mattinate a raccontarsi fiabe e leggende. Il loro mondo, però, sta per cambiare… Su Yassine incombe un matrimonio combinato con un uomo viscido e violento, molto più anziano di lei. Sayed invece sta per essere venduto dalla famiglia, che ha deciso di farlo esibire come bacha-bazi: un «bambino per gioco». Prima che le loro vite cadano in mano di adulti senza scrupoli, Yassine e Sayed – incoraggiati dal saggio maestro del villaggio, l’anziano Mansur – decidono di fuggire. C’è una scuola che può accoglierli. È per bambini che come loro sognano di imparare a leggere e a scrivere. Li aspetta però una lunga traversata a dorso di mulo nel cuore dell’Afghanistan che li metterà a durissima prova. Il cammino sarà pieno di insidie: strade impraticabili, valli coperte di mine inesplose, animali feroci e tempeste di sabbia spingeranno Yassine e Sayed ad affrontare il viaggio più pericoloso della loro vita. Quello verso la libertà.
TRAMA:
Una principessa con i genitori separati, una famiglia allargata di folletti, un elfo adottato da una coppia di orchi, un mostrino e la sua mamma single lavoratrice… Dieci fiabe per raccontare ai bambini che tutte le famiglie sono magiche!
TRAMA:
È quasi mezzanotte e una nebbia sottile avvolge la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme, lente e invisibili dall’esterno, iniziano a divorare ciò che trovano. Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di farlo. Per tutti loro non c’è più tempo: un mostro di fuoco sta per stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato. Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall’amore più assoluto, quello che non conosce condizioni. Vincitore del premio DeA Planeta 2019.
TRAMA:
Nato dalla lunga attività dell’autore come ambasciatore di pace in tutto il mondo, questo libro raccoglie un tesoro di semi preziosi. Racconti che trascendono le culture e i luoghi di provenienza e parlano di cose semplici e quotidiane – formiche, granelli di sabbia, tartarughe – e di persone comuni, ma che contengono un insegnamento prezioso, pronto a fiorire se il lettore si prenderà il tempo di fermarsi a riflettere sul significato profondo di ognuna di esse. Storie che rispondono a una domanda comune: come affrontare le difficoltà della vita e imparare ad amare se stessi e il mondo, diventando incarnazioni viventi di un nuovo modo di concepire la realtà? Perché non esiste pace per il mondo senza la pace con se stessi, né felicità senza comprendere che la prima e fondamentale felicità è quella di sentirsi vivi.
TRAMA:
«Sono un pellegrino sul Cammino di Santiago di Compostela. Ho scelto di percorrerlo facendo voto di silenzio: pertanto tu parlami, ma io potrò comunicare con te solo scrivendo.» Con questo biglietto, scritto in cinque lingue, Claudio Pelizzeni ha percorso a piedi gli oltre duemila chilometri che separano Bobbio, nell’Appennino piacentino, da Santiago di Compostela. Tantissime sono le persone che ogni anno intraprendono «il Cammino», il viaggio per eccellenza: c’è chi lo fa come pellegrinaggio della fede e chi lo affronta in chiave laica, come tappa simbolica di un percorso personale o, più semplicemente, come esperienza immancabile nel curriculum di un viaggiatore che si rispetti. Per Claudio il Cammino di Santiago ha rappresentato un ritorno alla purezza del viaggio: «gli incontri, le persone, la vita, quella vera. Camminare lento, secondo le stagioni e il ritmo del sole». È stato un disconnettersi dal mondo virtuale che ormai segna le sue – e le nostre – giornate, per tornare ad ascoltare se stesso, il suo corpo e i suoi pensieri. Senza parlare, per aprirsi totalmente agli altri: pronto ad accogliere le storie di chi avrebbe incontrato lungo la strada. Se è vero che il viaggio è metafora della vita, nel Cammino la vita ritrova la sua essenza: affrontare la solitudine ma anche condividere col prossimo; accettare la sofferenza del corpo ma anche emozionarti per le cose più semplici; metterti in dubbio e credere in te stesso, cadere e rialzarti mille volte, pur di raggiungere quella meta, quel sogno che ti guida come un faro. «Perché la forza non è nei tuoi passi, ma dentro di te.»
TRAMA:
Giacomo Hawkman si è inventato su YouTube un format tanto comico quanto irriverente e pericoloso: abborda coppie ignare di quanto le aspetta, estorce loro con l’inganno i cellulari e, frugando tra le app, nei movimenti registrati dal GPS, nelle chat archiviate sotto falso nome e in tanti altri reconditi meandri rivela tutti i segreti custoditi nei rispettivi smartphone. In Quando cell la fiducia, Giacomo utilizza tutta la sua esperienza sul campo per dare vita a un libro-tutorial utile sia a chi vuole nascondere al meglio le proprie malefatte sentimentali, sia a chi è pronto a tutto per scoprirle.
TRAMA:
Il Matricomio è la web serie che sta facendo calare drasticamente le richieste di divorzio, come fosse un magico antidoto per i problemi di coppia. Il Matricomio è soprattutto un progetto di Jack & Vale che nel 2016, dopo undici anni di matrimonio, decidono di lanciarsi come autori/attori in una missione impossibile: alleggerire con l’ironia le dinamiche della convivenza e della vita di coppia. La vita matrimoniale è diventata lo spunto di pillole comiche, surreali e brillanti, ma anche per consigli molto concreti ed efficaci.
TRAMA:
L’Isola dei pescecani si vede in lontananza, è una selva minacciosa di rocce appuntite e acque impetuose. Nessuno si avvicina, le barche potrebbero essere attaccate dagli squali che vivono lì attorno. Solo i genitori di Ruben e Babila hanno affrontato quel viaggio durante una notte di tempesta e non sono mai tornati. Per i due ragazzi una vita altrove, un futuro diverso da quello imposto dalla tradizione sembrano sogni irrealizzabili. Tutto cambia quando nelle acque dell’Isola Blu avviene il naufragio di una nave sconosciuta. Tra gli scogli i due fratelli trovano un giovane in fin di vita. Ha perso la memoria e il suo corpo è ferito, ma è vivo. Sarà lui a rimettere in discussione gli equilibri della piccola comunità e a dare nuova speranza ai ragazzi.
TRAMA:
C’è stato il tempo dei giochi in cui Sima e Isa giocavano alla guerra con gli altri bambini del villaggio. Le strade, dopo la scuola, si riempivano di teste di drago, spade ed elmi fatti di cartone e ritagli di stoffa. E Isa, come un Marte dal cuore impavido, correva a salvare la sua Venere ogni volta che veniva rapita dal nemico. Poi, però, c’è stato il tempo della guerra, quella vera, in cui tutti gli uomini lasciano le loro case per andare a combattere. Anche Isa. A Sima non rimane che aspettare il suo ritorno, sperando che quell’attesa duri quanto una canzone, così come lui gli ha promesso. Ma lei non può rimanere intrappolata in quel tempo sospeso, così decide di mettersi in cammino.
TRAMA:
Questo romanzo racconta la vita di Dino Campana, il poeta pazzo. Vassalli riordina gli scheletri nell’armadio: il padre maestro elementare, la madre Fanny, rabbiosa nel suo rifiuto di Dino. Il duo Papini e Soffici. Sibilla Aleramo, amorale. La maledizione delle voci di paese e i circoli letterari. E poi il regime della perizia psichiatrica. Con una valigia di documenti, lettere, interviste e domande, Vassalli compone un quadro da far sfumare ai bordi, quando serve l’immaginare del narratore. Perché, annota, se Dino non fosse esistito, dalla sua penna sarebbe comunque emersa la meraviglia e la mostruosità di un tale personaggio.
TRAMA:
Quella raccontata in queste pagine è una storia d’amore come tante e allo stesso tempo come nessuna. Una di quelle storie che ti bruciano dentro come un incendio, così forte che non basta buttarci sopra l’acqua per spegnerlo. Una di quelle, però, che nascono già con dentro il germe della loro fine. Perché quello tra il fragile protagonista di questo romanzo e la sua donna è un amore impossibile. Per loro non c’è un futuro, ma solo una meravigliosa bolla fatta di attimi rubati a un presente che non è ancora pronto ad accoglierli. E questo lo sanno bene entrambi, fin dall’inizio. Eppure, per lui non ci sono dubbi né alternative: dopo i primi timidi passi, non può che buttarsi a capofitto in questa storia senza speranza, e lo fa senza paracadute, incurante dell’altezza, del rischio, con la tenacia e la disperazione di chi per la prima volta assapora l’amore. Non importa quanto lei provi ad allontanarlo, a sfuggirgli: la collisione è inevitabile. Come potrebbe essere diversamente? Come potrebbe lui anche solo provare a stare lontano dalla donna che gli ha insegnato cos’è davvero l’amore? Come potrebbe accettare che il suo bene sia rinunciarvi, se senza di lei si sente a metà, incompleto, infelice? Se tutto il resto è niente paragonato a quello che prova anche solo a guardarla? Ma l’inevitabile non può essere rinviato all’infinito, e alla fine è lei a tirarsi indietro, impaurita, incapace di continuare ad assistere alla straziante battaglia tra la sua mente e il suo cuore. Lui si sente mancare il terreno sotto i piedi, niente può consolarlo, nemmeno sapere che qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe mai stato abbastanza, perché loro due non avrebbero mai potuto essere qualcosa, se non un sogno. Non gli rimane che dimenticarla, quindi, anche se non serve a niente, perché lei è dentro di lui, nei suoi pensieri, nei versi che le ha scritto e dedicato nelle lunghe notti passate a fumare sul balcone guardando le stelle. E allora, forse, è inutile persino non vedersi, non sentirsi, non parlarsi, non cercarsi, perché quel fuoco che c’è tra loro, lui ne è certo, non lo spegnerà mai nessuno. Brucerà per sempre, come accade ai sogni più belli.
TRAMA:
Cthulhu, il morto che «nella sua dimora di R’lyeh attende sognando»; Azathoth, il «dio cieco e idiota»; Yog-Sothoth, il «tutto-in-uno e uno-in-tutto» .Tra le creature più orrorifiche e affascinanti della letteratura ci sono gli Antichi, coloro che erano, sono e saranno: esseri mostruosi scaturiti dagli abissi insondati dello spazio e del tempo, dalle sfere ignote di dimensioni aliene – ma anche dalle tortuose profondità della psiche -, attorno ai quali Lovecraft ha creato una mitologia oscura, un olimpo degenere quanto mai fecondo nella storia della letteratura. In questo volume sono riuniti i racconti del nucleo originario lovecraftiano, insieme alle opere di importanti precursori e a quelle di epigoni e seguaci. Storie che illuminano un reame immaginario e spaventoso esteso oltre i confini dell’umano e della conoscenza, che continuerà ad ammaliare generazioni di lettori.
TRAMA:
Il popolo guerriero degli Alethi ha affrontato per anni i misteriosi Parshendi sulle Pianure Infrante per vendicare l’uccisione di re Gavilar da parte di un loro sicario, l’Assassino in Bianco. Dopo lunghe schermaglie, l’altoprincipe Dalinar Kholin ha conseguito una vittoria, ma a caro prezzo: prima di soccombere, i Parshendi hanno evocato la Tempesta Infinita, che trasforma in tutto il mondo di Roshar i loro cugini parshi, fino ad allora schiavi degli umani, nei letali Nichiliferi. Ma gli uomini hanno una nuova risorsa a disposizione: i Cavalieri Radiosi. Gli antichi ordini, dissolti secoli prima nel giorno della Ritrattazione, stanno ricomparendo. Una a una, persone in tutto il globo stanno scoprendo di possedere poteri straordinari legati agli spren, essenze che permeano ogni cosa. Fra loro, la giovane Shallan Davar è riuscita a usare le sue capacità per azionare la Giuriporta delle Pianure Infrante, un congegno in grado di trasportare lei e tutte le truppe alethi alla città-torre di Urithiru, l’antica roccaforte dei Radiosi e centro nevralgico da cui raggiungere tutti gli altri luoghi di Roshar provvisti di Giuriporte. Nel frattempo, Kaladin Folgoeletto, guardia del corpo di Dalinar e uno dei primi nuovi Radiosi, si imbarca in un viaggio contro il tempo per avvertire i suoi genitori della minaccia imminente. E Dalinar dovrà affrontare i fantasmi del suo passato prima di poter unificare i popoli di Roshar contro il nemico comune.
TRAMA:
“Cosa impedisce a un cuore di rompersi in mille pezzi? Dimenticare. È quello che sto cercando di fare, eppure so che il dolore continuerà a tornare a intermittenza e il mio cuore resterà lesionato per sempre.”. È passato del tempo dal giorno dell’incidente, dal momento terribile che ha segnato la fine della storia d’amore tra Desmond e Anais. Da allora lui ha fatto di tutto per evitare la ragazza, anche adesso che frequentano la stessa università. Insieme al loro amore, ha messo in un angolo anche l’entusiasmo per il futuro: ha imparato a sopravvivere, tra serate con i compagni di squadra, feste ad alto tasso alcolico e nottate passate tra le braccia di ragazze prive di importanza. Come se bastassero a fargli dimenticare quanto incompleto si sente dal giorno in cui ha lasciato andare la metà della sua anima. Anche Anais fatica ad andare avanti con la sua vita. Ora vive nel campus universitario insieme alle amiche di sempre, ma perdendo Des sa di aver perso la parte migliore di sé. E, per quanto si sforzi, il suo ricordo è ancora così forte da rubarle il sorriso. Dopotutto insieme erano veleno. Si sono fatti del male e ne hanno fatto agli altri. Non può esserci un lieto fine per loro. Eppure una sera accade l’inevitabile. All’ennesima festa universitaria, Des e Ana si rivedono. E il loro cuore, troppo a lungo costretto al silenzio, esplode. Ritrovarsi, sfiorarsi anche solo per pochi istanti, è per loro come liberarsi dalle sabbie mobili in cui sono sprofondati. E per quanto la loro mente urli che il loro è un legame sbagliato, non riescono a tenere a bada un cuore che è tornato a vivere. Ma la strada per ricominciare non è affatto semplice. Forse lo sarebbe, se a rincorrerli non ci fossero i ricordi degli errori commessi e i sensi di colpa. Forse lo sarebbe, se i fantasmi del passato non tornassero a minacciarli…
TRAMA:
Celeste Vanni ha lavorato per una vita, quasi una vita, al Petrolchimico di Porto Marghera, e lì nello spettacolare scenario di una delle più grandi industrie del mondo, produttrice di ricchezza e di morte, tra rovine spettrali e reparti in metamorfosi, tra i quali il cracking in cui si spaccano le molecole, solo e isolato continua a vivere, a contare i morti, a raccontare storie di lotta e malavita, e a lasciarsi visitare da infiammati pensieri di giustizia. Gli è accanto, quasi figura di nebbia, la moglie Rosi, che, attraverso il filtro del tempo, gli appare indomita e dolcissima, a rammentare, senza nostalgia, quando esisteva una forte classe operaia, esistevano parole d’ordine fiere e condivise, ed esisteva anche il monte Civetta a promettere il conforto di fughe in altezza. E anche ora, mentre la fabbrica giace, smoke on the water , davanti alla laguna, Celeste pensa a un gesto che ha a che fare con l’altezza. Lui e la ciminiera incisa come un allarme nel cielo della notte: si arma di zaino, di corde, e sale, sale, sale, fin dove si può vedere in lontananza la cima pallida e rocciosa. Che cosa ha in mente? Che cosa ha da opporre al silenzio, alla rassegnazione, al vuoto? Cosa può fare un uomo solo? Mentre l’alba si avvicina, lungo la parabola della notte, torna la vita vissuta, tornano le promesse fatte, e, tornito nel buio, prende forma un gesto di rivolta, perché là sotto, da Venezia all’Europa, nella distesa del tempo bisogna decidere: se la Storia è davvero finita o è appena cominciata.
TRAMA:
Un cadavere completamente carbonizzato al volante di un’auto, anch’essa bruciata; nell’abitacolo nulla si distingue dal nero assoluto se non fosse per un particolare, un piccolo e luminoso diamante all’orecchio della vittima, unico indizio per poter risalire alla sua identità. Tutto fa pensare a un incidente finito in tragedia, ma il commissario Elettra Morin, il concorso appena vinto e una gran voglia di dimostrare a se stessa e alla squadra della Mobile di Monfalcone di essere all’altezza, non è disposta a credere alle verità troppo scontate. Quando poi, a poche centinaia di metri, viene ritrovato un uomo nudo, ferito, che fugge da un’auto mezza sfasciata, e tutti pensano di avere in mano il colpevole, Elettra capisce di dover andare oltre le apparenze. La targa dell’auto la porta a un’antica villa patrizia circondata da un suggestivo giardino invaso da rovi. Il proprietario, un anziano collezionista d’arte, e il figlio, legato sentimentalmente alla vittima, restano sconcertati dalla morte della ragazza che fa riaffiorare il dolore per le tante tragedie a cui hanno dovuto assistere tra quelle mura bellissime e infernali. Dissotterrando il passato e cercando di svelare il presente, Elettra scoprirà che la villa nasconde molto più di quanto i superstiti vogliano raccontare. E che il richiamo del sangue è più forte di qualunque arma.
TRAMA:
Tutti i giorni, a Parigi, Juliette prende il metrò: stessa ora, stessa linea. Quando non è troppo assorta in un romanzo, ama perdersi a osservare i lettori intorno a lei: il collezionista di libri rari, la studentessa di matematica, la ragazza che piange a pagina 247. Li guarda con curiosità, come se dai loro gusti letterari potesse entrare in qualche modo nella loro vita e dare colore alla sua, così monotona, così prevedibile. Fino al giorno in cui decide all’improvviso di scendere qualche fermata prima e fare una strada diversa dal solito per andare al lavoro: un cambio di percorso che segnerà la sua vita oltre ogni aspettativa. Perché in quelle strade sconosciute incontrerà Soliman, che vive circondato di vecchi volumi ed è convinto che un libro, se donato alla persona giusta, può cambiare il corso del destino. Grazie ai consigli e alla saggezza di Soliman, e all’esuberanza della sua figlioletta Zaïde, Juliette compirà un viaggio incredibile alla scoperta dei romanzi e di se stessa, che stravolgerà i suoi orizzonti per sempre. “La ragazza che leggeva nel metrò” è una favola moderna sulla magia dei romanzi e la poesia delle piccole cose.
TRAMA:
Nel nostro tempo «veloce» assieme alla rapidità dello sviluppo tecnologico e di nuove abitudini restano negli individui e nelle società miti e pregiudizi nati nella notte dei tempi recepiti e ripetuti di generazione in generazione. L’odio nei confronti degli ebrei ne è un esempio. È così consolidato che nemmeno la storia terribile della Shoah è riuscita a sradicarlo. Allora molti si chiedono: cosa hanno mai fatto gli ebrei perché in tanti li odino? È questa la domanda da cui parte il dialogo tra Sofia, tredicenne, e il nonno in cui si ripercorre quanto gli ebrei hanno subito nel tempo a partire dalla risposta a questo interrogativo. È un quesito – dice il nonno – mal posto. Così si attribuisce a loro la causa delle persecuzioni. Il punto, ci dice la storia, è invece capire cosa viene attribuito agli ebrei da chi ha già dentro di sé un pregiudizio nei loro confronti.
TRAMA:
“Perché ho iniziato a correre? Ho iniziato perché io, uomo di mare, volevo stare in mezzo alla natura impervia e dare del tu alla montagna della quale mi ero innamorato da ragazzino.” Nato a Riccione, Stefano Gregoretti ha conosciuto fin da giovanissimo una passione assoluta che, nella vita, lo avrebbe portato molto lontano dalla sua, pur amatissima, riviera romagnola. Già dalle prime vie ferrate nelle Dolomiti, affrontate con la famiglia da bambino, ha scoperto infatti il desiderio di penetrare nei territori più aspri e remoti, senza paura di incontrare pericoli né di far fatica. Anzi, addirittura, imparando ad amarla, questa fatica, e a coltivarla come una dote interiore. È così che, anno dopo anno, ha tracciato il percorso entusiasmante che racconta in questo libro, passando dal triathlon e dagli Iron Man (nuoto-bici-corsa su lunghe distanze) agli ultratrail, sfiancanti corse in solitaria, ben più lunghe di una maratona. I suoi ricordi ci portano in giro per tutto il globo – dall’isola di Baffin nell’Artico al deserto della Namibia, dalla Patagonia alla stessa Italia (Valle d’Aosta, dove ha luogo il Tor des Geants, e Appennino) – e si leggono come grandi racconti d’avventura perché parlano di crepe che si aprono sotto i piedi nel ghiaccio del pack e di notti passate in carceri abbandonate, di tempesta e di sole giaguaro, di freddo che ti stringe come una tenaglia e di sete che ti tortura. Ma parlano anche di sfida con se stessi e di uno sconfinato amore per il nostro meraviglioso pianeta, oggi purtroppo spesso minacciato dai cambiamenti climatici. Per tutti coloro che, catturati da questo genere di esperienze e dagli splendidi scenari naturali, vogliano mettersi alla prova con un ultratrail, Gregoretti offre utilissimi consigli pratici nella appendice al libro.
TRAMA:
Mi sembra di essere cambiata pochissimo: il mondo attorno a tutti noi, invece, corre così veloce che mi è tornata la voglia di fermarmi, di nuovo, per raccontare come eravamo e come mai siamo diventati così. Non ho mai avuto tempo per chiedermi se ero felice. Il segreto di Barbara Palombelli è vivere tutto in presa diretta, senza filtri, in uno slancio continuo di rigore ed entusiasmo che non conosce tregua. Dall’infanzia negli anni Cinquanta (“una realtà libera come nessun asilo potrà mai essere”) all’avventura della conduzione di Forum (“un transatlantico da guidare tutti i giorni, su cui si provano emozioni incredibili”), l’autrice racconta con dolcezza e ironia gli affetti e gli eventi che l’hanno accompagnata, coinvolgendo noi tutti nelle sue peripezie di bambina, ragazza, donna. “Ero una bambina preoccupata,” scrive “sono una donna ancora preoccupata.” L’impegno continuo e costante, nel lavoro come nella vita famigliare, è stato il suo segreto. Nella sua valigia dei ricordi ci sono le ginocchia sbucciate di una bambina irrequieta, un’educazione rigorosa ma libera, il rumore delle macchine da scrivere nelle redazioni dei giornali, Roma con i suoi giardini e le sue strade, con le sue case e i salotti. E poi quattro figli, di cui tre adottati dopo lunghe battaglie, una famiglia che sembra un circo, gli amici, i maestri, i compagni di viaggio. In queste pagine dense di emozioni si scopre il mondo di una donna che ha avuto il coraggio di correre dietro ai suoi sogni. “Non ho mai buttato un minuto della mia vita o del mio corpo. Le persone con cui ho vissuto i momenti più belli le amerò per sempre.”
TRAMA:
“L’invecchiamento è un processo naturale che non possiamo evitare, però possiamo scegliere di contrastarlo anziché subirlo: la decisione spetta solo a noi. Non esiste una pozione magica e non tutte le proposte ‘sane’ da cui oggi siamo bombardati sono davvero così salutari come vorrebbero farci credere. Gli studi e le prove che ho fatto in tutti questi anni mi hanno dimostrato che facendo le scelte giuste abbiamo tutte le risorse per rallentare, combattere e attenuare i segni del tempo. Il libro che avete in mano parla proprio di questo: come vivere una vita migliore, restare sani e in forma, mantenere flessibilità, mobilità e fluidità fisica e mentale. Il mio scopo principale è aiutarvi a capire come rallentare il decadimento biologico a livello cellulare nell’intero organismo, privilegiando la qualità delle cellule che influisce sull’attività del cervello e dei muscoli e sulla nostra felicità in generale. Sì, sulla felicità. Vi parlerò di vitalità, di come essere forti e rimanere concentrati ed efficienti a livello cerebrale, di come ridurre i segni del tempo e i problemi legati all’età grazie a un insieme di strumenti e tecniche che agiscono a trecentosessanta gradi sul benessere psicofisico. Sono qui apposta per accompagnarvi in questo potente percorso che migliaia di persone hanno già testato insieme a me. Allora, siete pronti? Cominciamo!” (L’autrice). Jill Cooper ha racchiuso in questo libro un distillato potente di tutte le più recenti ricerche e delle applicazioni pratiche che ha messo a punto in anni di studio e test. Un metodo che garantisce risultati sicuri e sbalorditivi, mantenendo giovani corpo e mente.
TRAMA:
«Ci sono storie che scegliamo noi di raccontare, le selezioniamo tra le mille da cui ogni giorno veniamo bombardati, e le curiamo, le coltiviamo fino a quando non sono pronte per andare in onda. Poi ce ne sono altre che, invece, si scelgono da sole; se ne stanno lì nascoste in qualche cassetto, in qualche ritaglio di giornale, e al momento giusto saltano fuori, ti chiamano, si rubano la scena. E a te non resta altro che lasciarle fare e ammirare in silenzio lo spettacolo. Le prime sono, numericamente, la maggior parte. Sono quelle che compongono il nostro panorama informativo. Un po’ dei “polli da batteria”, diciamoci la verità, ma il nostro lavoro è fatto anche di questo. Le seconde sono rarissime, però speciali. Hanno una vita tutta loro, durano quanto vogliono, vanno dove gli pare. E tu non le puoi fermare, non le puoi indirizzare. Al massimo puoi provare a capirle prima degli altri, per spiegarle meglio al pubblico, per farle “tue”. La storia delle sorelle Napoli appartiene a questa seconda categoria. Dal momento in cui la lessi per la prima volta, sulle pagine della cronaca di Palermo della “Repubblica”, mi resi conto che dentro c’era qualcosa di fatale. Lì per lì non sapevo nemmeno io cosa fosse, ma dentro di me sapevo che nella battaglia condotta da quelle tre donne indomite contro la mafia c’era qualcosa che andava oltre ogni stereotipo. Inizialmente pensai che ad attirare la mia attenzione fosse il contrasto femmine-mafia: ho sempre sostenuto che la mafia sia un termine femminile “per inganno”, essendo invece la mafia in sé quanto di più maschile e maschilista si possa immaginare. Ma piano piano, puntata dopo puntata, mentre il grande pubblico si appassionava alla vicenda incredibile e vergognosa di Marianna, Ina e Irene, mi rendevo conto che nei fatti che si susseguivano nelle campagne di Mezzojuso c’era anche dell’altro. C’era, sempre sospesa fra tragedia e operetta, l’eterna messinscena del potere. Una specialità molto italiana. Un teatro del reale nel quale distinguere i personaggi buoni da quelli cattivi, i giusti dagli ingiusti, non è solo complicato, è del tutto inutile.»
E che meraviglia!! Abbiamo davvero tantissime anteprime e voi che ne pensate? Io ho già adocchiato qualche libro che finirà direttamente nella mia lista di prossimi acquisti.
A presto,